sabato 6 dicembre 2014

MARK LANEGAN BAND, STEVEN WILSON, PINK FLOYD


MARK LANEGAN BAND (2014) Phantom Radio
Per metà degli ascoltatori Blues Funeral, del 2012, era stato un album riuscito, perfino eccellente col suo sound hard-elettronico scuro ed anni ’80. Personalmente stavo con l’altra metà, che lo considerava confuso, pasticciato, stanco e finto-arrabbiato. Ora che la critica sta stroncando l’attuale Phantom Radio, considerandolo figlio mal concepito di quel sound, mi trovo di nuovo nel ruolo di bastian contrario: finalmente calato senza indugi nel suono eighties, l’ex frontman degli Screaming Trees partorisce il suo disco più pop-rock ed orecchiabile, che sarebbe stato considerato un gioiello di dark-pop nel 1984 ma che 30 anni dopo scontenta sia gli amanti del revivalismo synth-pop ’80 (ai quali Phantom Radio non risulterà né allegro nè danzabile), sia i puristi che probabilmente speravano in un’accelerata hard-blues elettronica. Ma qui siamo di fronte a belle canzoni interpretate da una voce al solito magnificamente sinistra. Si può perdonare un eccesso di tastiere sintetiche negli arrangiamenti.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Harvest Home, The Killing Season, Floor of The Ocean
 
STEVEN WILSON (2014) Cover Version
Il prolifico leader di (tra gli altri) Porcupine Tree, Blackfield, No-Man anche da solista calca territori molto diversi tra loro, dal prog al metal, dal cantautorato acustico all’avantgarde. Come da titolo, nell’ultimo sforzo propone 6 cover (di Alanis Morissette, Abba, The Cure, Momus, Prince, Donovan) ed altrettanti brani autografi, gli uni e gli altri già pubblicati come side A e B di CD singles tra il 2003 ed il 2010. Arrangiamenti prevalentemente acustici basati su chitarra e piano, con tocchi discreti di elettronica di scuola Eno, e rinforzi di chitarra elettrica di scuola Fripp o Gilmour. Le cover suonano originali ma coese al resto del lavoro, che risulta apprezzabile ma di livello inferiore. L’impressione è (come per Joe Bonamassa in contesto rock-blues) che se il geniale artista inglese non disperdesse energie ed idee in mille progetti collaterali, potrebbe deliziarci con un capolavoro. Ma il momento è ancora rimandato.
Voto Microby: 7.5
Preferite: The Guitar Lesson, The Day Before You Came, Four Trees Down
 
PINK FLOYD (2014) The Endless River
Quel che resta dei Pink Floyd (il chitarrista David Gilmour ed il batterista Nick Mason) decide di pubblicare il materiale (18 brani di cui 16 strumentali, spesso bozzetti o spunti musicali che è difficile considerare compiuti) scartato durante (o composto a latere del)le sessions di The Division Bell (1994), quindi con la partecipazione del tastierista Rick Wright, ora scomparso. Non si va oltre l’operazione nostalgia, dal momento che le canzoni proposte (già non accettate per la pubblicazione dai discografici in illo tempore) non aggiungono nulla alla storia dei nostri, pur ricordandoci un suono immediatamente riconoscibile e la liricità della chitarra di Gilmour, vero protagonista del progetto. Come scontato, e come per il ritorno degli U2 pochi mesi fa, un ottimo prodotto che tuttavia ci ricorda che l’arte è un’altra cosa (e, almeno per i Pink Floyd, appartiene al passato).
Voto Microby: 7
Preferite: Anisina, Allons-Y 1-2, Sum

1 commento:

lucaf ha detto...

Mark Lanegan: trovo correttissima la tua valutazione sull'album. Un disco pop-rock che data la voce luciferina e nickcaveiana di ML non annoia mai. Voto: ☆☆☆
Streven Wilson: si dimostra ogni volta di più l'unico genio contemporaneo della musica prog (non per nulla gli Yes gli hanno affidato il compito di rieccitare i loro dischi). Questo non è sicuramente il disco su cui giudicarlo dato il suo essere una specie di divertissement musicale. Comunque interessante. Voto: ☆☆☆
Pink Floyd: copertina stupenda, grande marketing. Poi basta. Del resto erano stati brani scartati ai tempi di Division Bell, album già scarso di per sé. Voto: ☆

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