BETTYE
LaVETTE (2015) Worthy
A
69 anni, di cui oltre 50 di carriera musicale, l’interprete del
Michigan sforna uno dei suoi dischi migliori di sempre (per il
sottoscritto, secondo solo a Scenes of The
Crime del 2007). Da sempre considerata una
figura di riferimento per il northern soul,
in Worthy si fa
produrre da Joe Henry (al solito, raffinato ed essenziale) ed
accompagnare da fior di musicisti (tra i quali spicca la calda e
brillante tecnica chitarristica di Doyle Bramhall II), per
interpretare Bob Dylan, Rolling Stones, Beatles, Mary Gauthier tra
gli altri. Il risultato è più blues
che soul/R&B,
più meditativo che scoppiettante, più Van
Morrison che Aretha Franklin, più Ndidi
O che Sharon Jones. Ma la qualità
dell’interpretazione e l’amalgama tra roca vocalist e (grande)
band sono tali da strappare applausi ad ogni cover. Covers,
appunto: unica pecca è che la nostra si porta appresso il peccato
originale di non essere autrice.
Voto
Microby: 8.2
Preferite:
Unbelievable, When I
Was A Young Girl, Where A Life Goes
BLACKBERRY SMOKE (2015) Holding All The Roses
Se
tutto il disco ripetesse la qualità dei primi due brani, saremmo in
presenza di un nuovo classico del southern
rock. In giro da una dozzina di anni e
fresco di un live esplosivo lo scorso anno (Leave
A Scar; i nostri hanno un’attività live
alla vecchia maniera: 250 concerti l’anno!), il quintetto della
Georgia licenzia ora l’album della possibile consacrazione.
Prodotto da Brendan O’Brien (Aerosmith, Black Crowes, Pearl Jam,
Bruce Springsteen), il lavoro rispetto ai classici sudisti è meno
blues-oriented dell’ Allman Brothers Band, suona piuttosto rock
come i Lynyrd Skynyrd
più mainstream, ibridato col country-rock alla Marshall
Tucker Band, Charlie
Daniels Band e The
Outlaws. Look (ovviamente capelli e barbe
lunghe), attitudine, testi, voci, perizia strumentale in pura
tradizione southern rock, ma della migliore.
Voto
Microby: 7.7
Preferite:
Holding All The
Roses, Let Me Help You, No Way Back To Eden
GUSTER
(2015) Evermotion
La
pop-band di amici
dell’Università del Massachussetts festeggia il 20° anniversario
dall’esordio discografico con il 7° album. Gruppo di successo
negli USA, ed invece di modesto riscontro in Italia, ha sempre
eseguito un pop raffinato, intelligente, sulle orme dei (ben più
dotati) neozelandesi Crowded House.
L’ultimo sforzo si apre con un brano dal profumo (solo quello)
degli Alt-J, ma purtroppo resta una proposta isolata: il resto del
disco prosegue piuttosto sulla scia dei Fool’s
Garden (il gruppo tedesco dell’hit estivo
Lemon Tree). Leggero,
così leggero che scivola via senza lasciare traccia. Peccato, perché
hanno sempre dimostrato doti superiori (recuperare Keep
It Together del 2003 per sincerarsene).
Voto
Microby: 6.2
Preferite:
Long Night, Gangway,
Never Coming Down
2 commenti:
BLACKBERRY SMOKE - Holding all the Roses (2015)
Senza dubbio, assieme agli Whiskey Myers, sono tra le più interessanti band contemporanee di southern rock. Chitarra solista, ritmica e tastiere, secondo la tradizione tipica del rock sudista con ballate elettroacustiche muscolari che rimandano più a Charlie Daniels e Marshall Tucker che non al country-rock dei loro vecchi datori di lavoro ed amici della Zac Brown Band. La dimostrazione che il genere è sempre fertile. Voto: ☆☆☆
GUSTER - sono sostanzialmente d'accordo con te. Un Pop non veramente mainstream ma neanche particolarmente geniale. Ciò non toglie che alcun brani siano comunque piacevoli da ascoltare (anche per me Gangway e anche Kid Dreams). Sicuramente da riprendere i vecchi dischi: a quello che hai ricordato tu aggiungerei "Ganging Up On The Sun" e "Easy Wonderful".
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