giovedì 26 aprile 2018

THE DECEMBERISTS, GWENNO


THE DECEMBERISTS (2018) I'll Be Your Girl



Colin Meloy e sodali ci hanno da sempre abituato a belle proposte musicali che dalle radici solidamente folk-rock prendevano a braccetto il pop intelligente (all'orizzonte i grandi Leisure Society), con un paio di interessanti album "fuori tema" verso i lidi progressive. La qualità è sempre stata una garanzia. Ora la svolta verso un pop più radiofonico: non che sia mai mancata l'orecchiabilità alle canzoni del quintetto di Portland, quindi quello che si evidenzia è un approccio diverso a strumenti e suoni, ora più sintetici, dacchè la scrittura è assolutamente invariata ed al solito di buon/ottimo livello. Concordo con Simone Dotto (Il mucchio selvaggio magazine, 2018) che "quella che gli interessati presentano come una 'svolta per continuare ad evolvere' si riduce ad un uso scolastico dei synth". Per fortuna i nuovi arrangiamenti risultano poco adatti al contesto (ed al limite del pacchiano) solo in tre degli undici episodi in scaletta (il singolo Scattered, la debole Everything Is Awful e la brutta All We Die Young). Per 8/11 si può godere e confidare che la band in futuro calibri meglio gli arrangiamenti, perchè il pop di qualità è comunque nelle corde del genietto Meloy.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Once In My Life, Cutting Stone, Rusalka Rusalka/The White Rushes


GWENNO (2018) Le Kov
L'ex The Pipettes Gwenno Saunders ritorna in proprio ma il risultato finale non giustifica la scelta: il motivo di principale interesse sta infatti nella decisione di utilizzare il dialetto cornico (tra le radici dell’odierna lingua gallese) invece che l'inglese. Ovviamente i testi sono incomprensibili (Le Kov significa “il luogo della memoria”), ma in sè il cornico è sufficientemente musicale, e si evita così la cacofonia solo per il gusto del "fàmolo strano". Il punto debole è tuttavia la scelta stilistica con la quale vengono rivestiti brani di scrittura pop: qui non si va oltre le atmosfere di Enya ed Alan Parsons Project, senza l'onirica leggerezza della prima nè il tiro pop dei secondi, con qualche rimando ai Royksopp più melodici. Nulla di brutto, ma tutto non oltre il carino, eccetto l'appiccicosamente orecchiabile singolo Tir Ha Mor. Rimandata.
Voto Microby: 6.7
Preferite: Tir Ha Mor, Hi a Skoellyas Liv a Dhagrow, Daromnes y'n Howl



 

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