THE
SLOW SHOW (2019) Lust And Learn
Ho conosciuto il quartetto di
Manchester solo grazie ad una recensione del blog italiano “Come un
killer sotto il sole”, dal momento che The
Slow Show sono
pressochè sconosciuti in Italia (ancora per poco?), mentre
raccolgono giudizi entusiastici sui blogs francesi, olandesi,
svizzeri e tedeschi, paese quest’ultimo che li ha adottati
musicalmente. Forse a causa dello spleen misto a romanticismo
(Maximilian Hecker docet?) connaturato alle loro partiture musicali,
con esecuzioni eteree ed insieme passionali, trame minimali di
pianoforte che si aprono a cori volutamente ieratici, tuttavia solo
lontani parenti dello sturm
und drang di
artisti quali San Fermin e Woodkid
(sebbene
a quest’ultimo debbano più che un’ispirazione, realizzata però
in modo più rarefatto e lineare).
Ma l’elemento caratterizzante la proposta degli inglesi è la voce
profondamente baritonale da crooner
del leader Rob Goodwin, che ricorda tantissimo quella di Stuart
Staples dei Tindersticks:
il chamber pop
di questi ultimi risulta alla fine il confronto più immediato per la
band mancuniana, sia nell’approccio strumentale (essenziali
tessiture di pianoforte/tastiere ad opera del co-leader Frederick’t
Kindt, e sezione ritmica-archi-plettri-fiati con prevalente funzione
di sostegno, col pathos
cui viene dato risalto soprattutto
grazie ai cori), sia nelle liriche intime e malinconiche. Tutto è
studiato nei minimi dettagli, ed ai primi ascolti si ha la sensazione
di mancanza di spontaneità, di una band new
age allestita
ad arte per incontrare la musica dark
via-Nick Cave, ma con gli ascolti quello che sembra semplice si
dimostra anche profondo e potente. E certamente il genere proposto
dai The Slow Show ha pochi esempi
simili attualmente,
quelli prima citati. Non penso vi siano vie di mezzo: li si ama o li
si odia.
Voto
Microby: 8
Preferite:
Eye
to Eye, Low, Hard to Hide
1 commento:
Grazie della segnalazione! Bel disco: effettivamente Tindersticks e Lambchop sono i primi che mi vengono in mente ascoltandoli. Ottimi per queste giornate uggiose di novembre.
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