sabato 14 marzo 2020

King Krule - Man alive


Punk jazz, jazz fusion, darkwave, post-punk, hip hop, trip hop,
jazz rap, dub, sono solo alcune delle etichette che sono state affibbiate alla musica di King Krule, al secolo Archy Ivan Marshall, giovanissimo londinese di Southwark, senz'altro la più interessante novità degli ultimi anni nel panorama musicale contemporaneo. Ciò non fosse altro perché è uno di quelli che riesce a sedere sui giganti del passato e allo stesso tempo creare un'impronta stilistica e creativa tutta propria e avanti anni luce rispetto agli altri musicisti del suo tempo.
Man alive è il suo quarto album, il terzo col nome d'arte di KK, e arriva dopo l'acclamato e pluripremiato The Ooz, un lavoro che esprimeva in modo totalmente istintivo una poetica che lascia trasparire senza troppi fronzoli l'infanzia e adolescenza borderline, caratterizzate da auto-isolamento, conflittualità col padre e diverse sedute dallo psichiatra per attestare la sua salute intellettiva. Man alive, pur mantenendo la stessa chiave introspettiva, è invece un lavoro di maturità, ragionato ma non per questo meno appassionato, composto con sonorità che, partendo da citazioni esplicite a icone degli anni '60 e '70, spaziano da David Bowie a Caetano Veloso, sempre comunque disciolte in chiave punk jazz... o jazz fusion?... o darkwave?... In ogni caso uno di quei lavori che più lo senti e più ci entri dentro, più ne gusti la profondità e la complessità, e più te lo godi.


 

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