domenica 29 marzo 2020

Recensioni blues-rock: Robert Cray - That's What I Heard; Sonny Landreth - Blacktop Run

ROBERT CRAY - That’s What I Heard (2020)

A 40 anni e 20 album dal suo esordio, in quei primi ’80 che furono un periodo di grande recupero del soul-blues (era il periodo in cui sugli schermi veniva proiettato il film dei Blues Brothers), a RC sembra che gli anni non passino mai. Il suo stile è intriso della tradizione di Albert Collins e Curtis Mayfield ma è tutt’altro che retrò, dimostrando come il blues migliore e più innovativo debba essere aperto a contaminazioni R&B, gospel e funky. 
Nel complesso l’album rappresenta un altro capitolo straordinario della lunga carriera di Robert Cray: a 66 anni non è più il nuovo ragazzo sulla scena ma il suo vigore musicale è sempre lo stesso. Chissà se Eric Clapton, suo grande amico, se lo porterà con lui nel tour italiano come spesso succedeva in passato (a proposito, i concerti previsti per giugno 2020 sono stati rimandati a maggio 2021). Da ascoltare: Anything You Want, Hot. Voto:


SONNY LANDRETH - Blacktop Run (2020) 


Icona assoluta della chitarra, Sonny Landreth ha anche sempre avuto il pregio di mantenere costantemente un alto livello della sua discografia: Bound By The Blues, Outward Bound, South Of I-10, Levee Town, Anything You Wanted ed il doppio Recorded Live In Lafayette sono autentici gioielli blues-rock, caratterizzati dal perfetto mix acustico ed elettrico. Dopo due nomination ai Grammy e numerose partecipazioni al Crossroads Music Festival di Eric Clapton, SL in questo nuovo disco non smentisce la sua ispirazione, brillante connubio di blues acustico e rock ritmico ed elettrico, improntato su ballate della sua Luisiana, patria del suo imprinting musicale. Ma quello che più lo caratterizza è la sua chitarra, immediatamente identificabile per il tocco grintoso e la tecnica sopraffina, così composte da sembrare semplici e perfettamente lineari. Da ascoltare: Blacktop Run. Voto: 1/2 

1 commento:

microby ha detto...

SONNY LANDRETH: ogni volta che ascolto il grande chitarrista (forse il migliore con la slide) del Mississippi mi viene da pensare ad un musicista "fusion" prestato al Southern (e variegate radici), così come per deformazione mentre ascolto un altro enorme chitarrista, Joe Satriani, lo penso come un artista "fusion" prestato all'hard & heavy. Forse perché entrambi pubblicano dischi quasi esclusivamente strumentali (in particolare il Satriani solista). I due musicisti sono molto più di questo ovviamente, ma in particolare Landreth interpreta con maestria il blues, il rock, il cajun, il Southern, ed in tutti i generi non fa mancare l'influenza della sua patria musicale adottiva, la Louisiana. Blacktop Run è tra i più vari ed ispirati lavori del nostro, e tocca tutte le sue influenze, che ovviamente profumano di sud. Concordo col tuo giudizio.
Voto Microby: 7.7
Preferite: Beyond Borders, Somebody Gotta Make A Move, Blacktop Run

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