Al 10° album sotto la sigla delle “anguille”, il californiano Mark Oliver Everett in arte “E” lascia più spazio alla scrittura ed all’espressione musicale della (eccellente) band (in questo senso paragonabile ad In Rainbows dei Radiohead), e vi giunge dopo aver chiuso la trilogia concettuale/malinconica pubblicata con buoni ma monocordi risultati artistici tra il 2009 e il 2010 (Hombre Lobo/End Times/Tomorrow Morning). L’ultimo album costituirebbe, se si accetta la separazione temporale di una decina di anni, un’ ideale trilogia con gli sforzi più rock ma anche più eterogenei e vivaci del gruppo, ovverossia Souljacker del 2001 e Shootenanny! del 2003 , e li affianca se non migliora anche dal punto di vista qualitativo. La solita voce filtrata, il jingle-jangle chitarristico riverberato, l’organetto di matrice blues, la consueta sporcizia digitale, in una varietà di temi (riusciti, con l’eccezione dell’intrusa e pacchiana Peach Blossom) inusuale per il gruppo, che da 5-6 albums sembrava destinato ad una pur nobile senescenza parkinsoniana, ecolalica e bradicinetica. E invece, nell’assoluta originalità del progetto-Eels, si animano i fantasmi di Tom Waits, Daniel Johnston, Howlin’ Wolf e Beck.
Non all’altezza dei 2 capolavori dell’esordio (Beautiful Freak del 1996 ed Electro-Shock Blues del 1998), ma appena un gradino sotto.
La Deluxe Edition, come ci ha ormai abituato Mr.E, abbina un secondo CD con 13 brani tra inediti e live.
Preferite: Wonderful, Glorious ; The Turnaround ; I Am Building A Shrine
Voto Microby: 8/10
1 commento:
Ogni album degli Eels è una gioia. Anche se ho amato soprattutto Blinking Lights, a mio parere un assoluto capolavoro, quest'utlimo lavoro sicuramente più rockeggiante dei precedenti mi sembra rappresenti una sorta di compromesso tra le mille anime di Mr. E. Assolutamente d'accordo sul tuo ottimo giudizio. Per me è da 4 stelle.
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