Decimo
disco in studio nel quasi ventennale di carriera, e Stuart Murdoch e
sodali da Glasgow non smettono di deliziarci con il loro pop gentile
e riconoscibilissimo. Con la differenza che i toni morbidi ed educati
che rendevano bucolico il loro pop degli esordi sono diventati più
accesi: la sezione ritmica è decisa, con la batteria più prepotente
ed il basso saltellante e talvolta gommoso, a ricordare le produzioni
disco anni ’80. Cambiano gli arrangiamenti, non le belle melodie
cui gli scozzesi ci hanno abituato: tutto nel nuovo lavoro è
dicotomico, come copertina (drammatica) e titolo (spensierato), come
brani pop ariosi (tipici dei nostri) alternati a sorprendenti brani
dance perfetti per la pista da ballo (ma sempre colorati), come una
prima parte eccellente ed una seconda solo discreta. Il tutto suona
gioioso e disimpegnato, radiofonico senza vergogna, perché comunque
di classe superiore.
Voto
Microby: 7.8
Preferite:
Nobody’s Empire,
Allie, The Party Line
SLEATER-KINNEY (2015) No Cities To Love
Corin
Tucker, Carrie Brownstein e Janet Weiss da Olympia, Washington, città
natale del movimento delle riot grrrl,
si confermano non solo la punta di diamante di quel tipo di rock
feroce, incazzato, abrasivo, diretto discendente del punk dei
primordi anzichè parente del coevo punk-pop targato Green
Day/Offspring, ma anche la band al femminile più importante della
storia della musica rock. Words and Guitars
recitavano nel 1997: e l’intreccio di 2 voci e 2 chitarre urgenti,
arrabbiate, su melodie sghembe, suoni taglienti, costruzioni
dissonanti ma interpretate con perizia tecnica fotografano ancora la
cifra stilistica del terzetto, ormai di donne mature. Irregolare,
aspro, potente, sincero, questo ritorno dopo uno iato di 10 anni ci
restituisce le Sleater-Kinney al top della forma: ascolto imperdibile
per chi si nutre di punk-rock,
ma piacevolmente doveroso anche per chi, come il sottoscritto, non è
mai stato un fan delle riot grrrl.
Voto
Microby: 7.7
Preferite:
No Cities To Love,
Fangless, Price Tag
2 commenti:
Belle & Sebastian: mi hai di poco preceduto nel commento del loro disco! Avevano avvertito che sarebbe stato una sorpresa per tutti coloro che li hanno conosciuti come gli alfieri della musica indie-pop: del resto anche il precedente Write About Love era stato più poppeggiante del solito per cui l’evoluzione (dipende dai punti di vista…) verso l’electro-dance ed il synth-pop era non del tutto da escludere. Come al solito dipende tutto da cosa ne viene fuori: la ritmica è elegante ma fragile, troppo vicina all’ambient-pop. Sarà anche la copertina così diversa dalle solite (non più monocromatica come sempre) ma stavolta l'album non mi ha convinto. Voto: ☆☆
Sleater-Kinney: cinque stelle dall'ultimo numero di Mojo. Effettivamente lavoro interessante anche se, come nel tuo caso, non sono un fan del genere (CEREBUS questo è un disco per te!!). Voto: ☆☆☆
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