sabato 21 febbraio 2015

DUKE GARWOOD, JACK SAVORETTI


DUKE GARWOOD (2015) Heavy Love
Il 45enne polistrumentista londinese è più noto per la sua stretta collaborazione con Mark Lanegan che per essere titolare, con l’ultimo, di 5 dischi a proprio nome. Heavy Love è la logica prosecuzione di Black Pudding, la fatica del 2013 frutto della collaborazione tra Lanegan e Garwood. L’artista americano lo considera un genio musicale (e non è l’unico collega): tradotto su disco, tanto talento si esprime in un folk-blues dalle atmosfere malate, notturne, brumose, dal ritmo lento, servito da suoni scarnificati e da una bellissima voce cavernosa e drammatica. Si potrebbe opinare che questa è la descrizione di un qualunque album acustico/semiamplificato di Mark Lanegan, ed in effetti è il limite principale del lavoro di Garwood: sembrare il clone del proprio mèntore. Aggiungiamo una spruzzata dei Daniel Lanois e J.J. Cale più ombrosi, ed un pizzico di blues maliano. Ma se siete in astinenza del Lanegan d’annata, l’ascolto non vi deluderà.
Voto Microby: 7.2
Preferite: Disco Lights, Suppertime In Hell, Burning Seas
 
 
JACK SAVORETTI (2015) Written In Scars
Il singer-songwriter anglo-italiano, dal piglio cantautorale più americano che britannico, era accostabile per qualità espresse nei 3 albums finora pubblicati ai primi Ray LaMontagne, Steve Forbert, John Mayer, ma con una pericolosa tendenza all’enfasi. Forte di ottime capacità relazionali (verificate lo scorso anno in occasione di una sua veloce comparsata a Brescia), di un live-act pare strepitoso (testimoniato da Stefano che vi ha assistito a Roma), di un viso da attore e di indubbie capacità di scrittura (parte come poeta), il nostro sceglie purtroppo la derapata pop commerciale alla Gavin DeGraw (e tanti altri simili). Non si capisce altrimenti la scelta di arrangiamenti vistosi, addirittura fracassoni nella sezione ritmica, degli insistiti coretti uh-oh-oh perfetti per una platea adolescenziale da arena, a rovinare un’ispirazione ancora buona ed una voce abrasiva e calda come sempre. Speriamo per lui, vista la simpatia del personaggio, in un grande riscontro commerciale. Oppure in un buco nell’acqua, in modo che torni ad essere il cantautore raffinato che conoscevamo. Non che si perda in mezzo al guado, e con lui tutte le doti innate.
Voto Microby: 7
Preferite: Written In Scars, Back To Me, Nobody ‘cept You

1 commento:

Stefano ha detto...

https://www.youtube.com/playlist?list=PLLpRQ1VMIrbnyeLc6e3smuHj4kLGYZ0Iq

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI Gen-Feb 2024

  AMOS LEE (2024) Honeysuckle Switches: The Songs of Lucinda Williams Genere : Tribute-album, Singer-songwriter, Americana Simili : Jaso...