venerdì 20 febbraio 2015

Recensioni: Gretchen Peters, The Charlatans

GRETCHEN PETERS - Blackbirds (2015)
La 57enne GP, uno dei grandi pilastri del country-folk-rock di Nashville, per la verità da sempre con una carriera poco considerata (solo lo scorso anno è stata inclusa nella Hall of Fame dei cantautori della sua città), dedica un album quasi esclusivamente al tema della morte: meditazioni e tematiche inquietanti ed profondamente personali, ballate evocative e commoventi che ricordano Joni Mitchell, Martina McBride, Roseanne Cash o Faith Hill. Scritto con l’aiuto del cantautore irlandese Ben Glover e dalla sua amica Matraca Berg l’album ha dei brani di grande bellezza quali Pretty Things, When All You Got Is A Hammer e Black Ribbons. Ok, c’è tristezza in questo album, ma il suo sound è luminoso e ci mostra la strada giusta. Voto: ☆☆☆☆

THE CHARLATANS - Modern Nature (2015)

Ascoltando questo disco ho pensato a quello appena sentito dei Belle & Sebastian: là dove mi sembrava tutto poco sincero, qui invece, anche se sicuramente altrettanto leggera, la loro scrittura è ispirata ed efficace. E pensare che dopo la morte del batterista Jon Brookes, peraltro sostituito egregiamente da Pete Salisbury dei Verve e da Stephen Morris dei New Order, il gruppo di Manchester avrebbe potuto implodere e perdersi definitivamente dopo 25 anni di carriera. Invece eccoli al loro 12° album: pop raffinato sorretto da cadenze soul-funk, con una attitudine decisamente innovativa per la band. Melodico, robusto e non sempre immediato, va riascoltato ed allora lo si potrà inserire tra i loro migliori, accanto a Between 10t to 11th e Tellin Stories, Brani da downloadare: Let the Good Times Be Never Ending, Come Home Baby, So Oh. Voto: ☆☆☆1/2.

2 commenti:

microby ha detto...

THE CHARLATANS : La produzione della band delle West Midlands ha sempre patito la collocazione (più geografica che musicale) nel movimento "Madchester" (nel quale non ha conseguito il successo degli Stone Roses nè ha avuto le connotazioni danzerecce degli Happy Mondays, per citare i 2 gruppi-simbolo), rispetto a quello più ampio del britpop di marca Oasis, Blur, Supergrass. La loro proposta si è sempre collocata nel mezzo, ed io come tanti, con lo sbriciolarsi dei due movimenti, da almeno tre lustri non ho più seguìto la discografia dei Charlatans così come delle bands coeve considerate “collaterali”. Ad ascoltare Modern Nature, ho fatto male: perchè è tuttora un pop piacevole, ben scritto e suonato, finalmente libero dal “file under”, con insolite aperture gospel, e col punto di forza in quello che si pensava ormai debole, dopo la dipartita di Jon Brookes: la batteria. I sostituti Stephen Morris (New Order), Peter Salisbury (Verve) e Gabriel Gurnsey (Factory Floor) garantiscono varietà e fantasia negli arrangiamenti della sezione ritmica. Piacevole riscoperta. Grazie Luca.
Voto Microby: 7.4
Preferite: Talking In Tones, Trouble Understanding, Come Home Baby

microby ha detto...

GRETCHEN PETERS : Meno rock di Lucinda Williams, meno tradizionale di Rosanne Cash, la musica di Gretchen Peters accede a/accende il grande patrimonio del country-rock, ma non in modo integralista: vi si scorge l'orecchio posato sull'"americana" e sul cantautorato folk intimista, ma anche sui suoni sporchi (alla Crazy Horse, anche se non osa molto) della chitarra elettrica. Mi convince di meno quando resta ancorata al suono di Nashville (gusti personali: non ho mai apprezzato il country nashvilliano). E' vero quello che scrivi: un album che ha per tema la morte che, anzichè essere funereo e rassegnato, esprime invece pace interiore ed intima forza. Per chi ama i suoni tradizionali americani, un must.
Voto Microby: 7.8
Preferite: Blackbirds, Pretty Things, When All You Got Is A Hammer

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