ANDERSON
EAST (2015) Delilah
Se
ci crede Dave Cobb,
dietro alla produzione di molti artisti-rivelazione dell’ultimo
lustro (Jason Isbell, A Thousand Horses, Chris Stapleton, Whiskey
Myers, Rival Sons, fino all’ultimo Chris Isaak), possiamo stare
certi che il 27enne Michael Anderson, dall’Alabama, qui al terzo
disco (ma a me sconosciuto finora), possiede qualità artistiche e,
perché no, potenziale commerciale. Bianco-biondo-bello e con una
voce roca e sensuale, in soli 30’ propone uno dei migliori lavori
di retro-soul
dell’anno: suono Stax, molto più Otis
Redding, Sam & Dave e Wilson
Pickett che Sam Cooke, Marvin Gaye e
Curtis Mayfield. La musica nera degli anni ’50 e ’60 ingentilita
nel soul e rinvigorita nel R&B è trattata con forza, rispetto,
concisione, bella scrittura ed arrangiamenti misurati ma caldi.
L’unico appunto è che Anderson non cerca l’originalità, ma con
un pugno di canzoni così nostalgicamente belle possiamo aspettare.
L’età è dalla sua parte.
Voto
Microby: 7.7
Preferite:
Devil
In Me, Keep The Fire Burning, Find’em Fool’em And Forget’em
RICHARD HAWLEY (2015) Hollow
Meadows
Al solito titolato come gli angoli/quartieri/zone della
sua amata Sheffield, il settimo album dell'ex Pulp (ma dalle
molteplici collaborazioni, visto che è un eccellente ed originale
chitarrista) torna alla passione di sempre, le ballate
notturne da crooner innamorato o
disincantato, in un percorso che unisce il primo Scott Walker con Lee
Hazlewood, Roy Orbison, Chris Isaak ed il Morrissey romantico.
Singolarmente fregandosene del successo goduto in Gran Bretagna col
precedente Standing On The Sky's Edge nel
2012, un eccellente disco di rock psichedelico, elettrico, figlio di
Oasis, Kula Shaker, Stone Roses. Qui torniamo dalle parti delle
romantiche atmosfere notturne di Late Night
Final (2001), sebbene ad un gradino
inferiore, ma vorrà dire qualcosa che i brani migliori siano i due
elettrici che sembrano outtakes di Standing...?
Quale che sia la direzione futura, quella attuale è un'altra prova
di classe, a fruizione transgenerazionale.
Voto Microby: 7.6
Preferite: Which
Way, Heart of Oak, Long Time Down
GILL
LANDRY (2015) Gill Landry
Terzo
e migliore album solista per il polistrumentista della Louisiana
membro dei country-revivalists Old Crow
Medicine Show. Finalmente, anziché
inseguire il country nashvilliano o dare libero sfogo alle proprie
abilità di banjoista, si esprime come cantautore agrodolce di
“americana” del sud,
influenzato dal border messicano (frequenti gli inserti di trombe
mariachi) come abbiamo ascoltato in passato nei lavori acustici di
Joe Ely, Terry Allen, Los Lobos. All’apparenza semplice e scarno,
in realtà necessita di più ascolti per apprezzare l’essenzialità
dei misurati e caldi arrangiamenti.
Voto
Microby: 7.5
Preferite:
Take
This Body, Fennario, Lost Love
1 commento:
ANDERSON EAST: Assieme a Nathaniel Ratelieff & the Night Sweats e Darlene Love, il disco di Anderson East è sicuramente tra i migliori del 2015 del cosiddetto blue-eyed soul. Intorno alla sua voce si sviluppa un suono vintage che proietta nel passato di una cinquantina d'anni. Quasi che Sam Cooke sia ancora qui tra noi. Voto: ☆☆☆1/2
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