mercoledì 2 dicembre 2015

ANDERSON EAST, RICHARD HAWLEY, GILL LANDRY


ANDERSON EAST (2015) Delilah

Se ci crede Dave Cobb, dietro alla produzione di molti artisti-rivelazione dell’ultimo lustro (Jason Isbell, A Thousand Horses, Chris Stapleton, Whiskey Myers, Rival Sons, fino all’ultimo Chris Isaak), possiamo stare certi che il 27enne Michael Anderson, dall’Alabama, qui al terzo disco (ma a me sconosciuto finora), possiede qualità artistiche e, perché no, potenziale commerciale. Bianco-biondo-bello e con una voce roca e sensuale, in soli 30’ propone uno dei migliori lavori di retro-soul dell’anno: suono Stax, molto più Otis Redding, Sam & Dave e Wilson Pickett che Sam Cooke, Marvin Gaye e Curtis Mayfield. La musica nera degli anni ’50 e ’60 ingentilita nel soul e rinvigorita nel R&B è trattata con forza, rispetto, concisione, bella scrittura ed arrangiamenti misurati ma caldi. L’unico appunto è che Anderson non cerca l’originalità, ma con un pugno di canzoni così nostalgicamente belle possiamo aspettare. L’età è dalla sua parte.
Voto Microby: 7.7
Preferite: Devil In Me, Keep The Fire Burning, Find’em Fool’em And Forget’em
 
RICHARD HAWLEY (2015) Hollow Meadows

Al solito titolato come gli angoli/quartieri/zone della sua amata Sheffield, il settimo album dell'ex Pulp (ma dalle molteplici collaborazioni, visto che è un eccellente ed originale chitarrista) torna alla passione di sempre, le ballate notturne da crooner innamorato o disincantato, in un percorso che unisce il primo Scott Walker con Lee Hazlewood, Roy Orbison, Chris Isaak ed il Morrissey romantico. Singolarmente fregandosene del successo goduto in Gran Bretagna col precedente Standing On The Sky's Edge nel 2012, un eccellente disco di rock psichedelico, elettrico, figlio di Oasis, Kula Shaker, Stone Roses. Qui torniamo dalle parti delle romantiche atmosfere notturne di Late Night Final (2001), sebbene ad un gradino inferiore, ma vorrà dire qualcosa che i brani migliori siano i due elettrici che sembrano outtakes di Standing...? Quale che sia la direzione futura, quella attuale è un'altra prova di classe, a fruizione transgenerazionale.
Voto Microby: 7.6
Preferite: Which Way, Heart of Oak, Long Time Down
 
GILL LANDRY (2015) Gill Landry

Terzo e migliore album solista per il polistrumentista della Louisiana membro dei country-revivalists Old Crow Medicine Show. Finalmente, anziché inseguire il country nashvilliano o dare libero sfogo alle proprie abilità di banjoista, si esprime come cantautore agrodolce di “americana” del sud, influenzato dal border messicano (frequenti gli inserti di trombe mariachi) come abbiamo ascoltato in passato nei lavori acustici di Joe Ely, Terry Allen, Los Lobos. All’apparenza semplice e scarno, in realtà necessita di più ascolti per apprezzare l’essenzialità dei misurati e caldi arrangiamenti.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Take This Body, Fennario, Lost Love

1 commento:

lucaf ha detto...

ANDERSON EAST: Assieme a Nathaniel Ratelieff & the Night Sweats e Darlene Love, il disco di Anderson East è sicuramente tra i migliori del 2015 del cosiddetto blue-eyed soul. Intorno alla sua voce si sviluppa un suono vintage che proietta nel passato di una cinquantina d'anni. Quasi che Sam Cooke sia ancora qui tra noi. Voto: ☆☆☆1/2

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