Avevo già parlato dei Dead Shrimp quando nel 2013 aprirono il concerto romano di Luke Winslow-King destando ottima impressione. In quell'occasione dissi che erano da tenere d'occhio. Non mi sbagliavo. Dopo un primo lavoro (Dead Shrimp, 2013) che già confermava quanto la band aveva promesso dai palchi di tutta Italia, è uscito da qualche settimana How big is your soul?, ed è già un caso discografico. Le critiche delle riviste specializzate sono ottime, in qualche caso osannanti. C'è addirittura chi li paragona ai primi Black Keys. Di certo c'è che questi tre ragazzi stanno portando il loro blues, ispirato a Robert Johnson con sonorità varie e moderne, fuori dall'ambito del nu-blues romano, dimostrando di non esser da meno delle band USA che si vedono per i vari festival italiani. Il live di presentazione del CD, nell'affascinante Monk club di Roma, è stato un concerto di livello assoluto, arricchito dalla chitarra ospite di Roberto Luti, presente anche nel CD. Un lavoro tra i più interessanti e sorprendenti del 2015. Memorabili la title track, un gospel che sta già diventando un tormentone tra gli aficionados, e la malinconica e profonda Go down sun.
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