lunedì 14 dicembre 2015

Recensioni: Beth Bombara, Jamie Lawson, Coldplay

BETH BOMBARA - Beth Bombara (2015)
Cantautrice nata nel Michigan e cresciuta musicalmente a St. Louis, Missouri, dalle radici profondamente affondate nella cultura musicale della sua area, è al suo quinto disco. Gli strumenti sono quelle della tradizione del genere Americana: violino, pedal steel, banjo, mandolino,  ma anche chitarra elettrica e distorta per un suono semplice ed autentico ed una voce che ricorda quella di Natalie Merchant.  Il suo genere sta dalle parti di Gillian Welch e Laura Veirs ma ricorda anche Stevie Nicks ed il poprock dei Fleetwood Mac anni ’70.  Tutto sommato, un gran bell’album, equilbrato, semplice ma profondo ed appassionato, sicuramente tra i migliori del genere. Da ascoltare: Promised Land, Heavy Heart, Found Your Way. Voto: ☆☆☆☆

JAMIE LAWSON - Jamie Lawson (2015) 
Dopo tre di album in 10 anni, un brano di discreto successo (“Wasn’t expecting that”) e peregrinazioni per anni nei bar inglesi ed irlandesi, il 39enne musicista inglese è riuscito a farsi notare da Ed Sheeran che l’ha scritturato per la sua etichetta discografica e gli ha fatto aprire i concerti per il suo recente tour mondiale. Apparentemente niente di nuovo: una chitarra acustica, tastiere qua e là, melodie semplici e una bella voce. Probabilmente proprio l’abbraccio patologico di Sheeran l’ha un pò condizionato e i suoi brani rischiano sempre di scivolare nel pop più scontato: la qualità musicale, la passione ed il talento tuttavia non mancano ed è lecito aspettarsi un’evoluzione sempre maggiore. Siamo dalle parti di Simon&Garfunkel o, più modernamente di James Bay, Biffy Clyro o Ben Howard. Da ascoltare: Wasn’t expecting that, Still Yours, Ahead of myself. Voto: ☆☆☆1/2

COLDPLAY - A Head Full Of Dreams (2015)

Da sempre i Coldplay vivono al limite tra pop di qualità e derive commerciali da pista da ballo. Dopo un disco a mio parere non eccelso e troppo “notturno” (Ghost Stories) questo lavoro rappresenta invece un passo avanti, sempre mantenendosi in perfetto equilibrio sull'orlo del baratro. I primi due singoli attualmente in rotazione, decisamente dance-pop, rischiano di far perdere di vista la grande qualità melodica di gran parte del disco che, come suggerisce la copertina, appare musicalmente caleidoscopico:  la discutibile electro-R&B “Hymn for the weekend” è controbilanciata dalle magnifiche Everglow, Birds e, soprattutto, Colour Spectrum, che ricordano gli album degli esordi. Andrea Laffranchi, ottimo critico del Corriere, sostiene che i Coldplay sono sicuramente la più grande band del momento ma continuano a perdere l’occasione di diventare la più grande rock-band degli ultimi 10-15 anni. Non importa: nonostante ci sorprendano e ci disorientino è impossibile non volergli bene. Voto: ☆☆☆1/2


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