Nonostante da anni scarichiamo tutti come matti (proprio così, per lo più nelle categorie dell’appassionato completista ossessivo-compulsivo e del distratto scarico-tutto-e-non-ascolto-niente), nel 2013 ancora molti si chiedono se il download in Italia sia legale o meno. Ed è ovvio che noi appassionati di musica non ci riferiamo al download a scopo di lucro, ma alla sana possibilità di scaricarci dalla rete l’album (o la discografia completa, o qualunque altra cosa) dell’artista di cui vogliamo ascoltare le canzoni. Senza rischiare la galera o multe salate.
Riprendo al proposito (con il consenso dell’Autore, sociologo della Sapienza-Roma, carissimo amico e appassionato lettore di questo blog) alcuni passi dal libro di Stefano Nobile “Mezzo secolo di canzoni italiane – Una prospettiva sociologica (1960-2010)” (Carocci Editore 2012)
“E’ consentita la libera pubblicazione attraverso la rete Internet a titolo gratuito di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o enciclopedico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro” (Legge 9 gennaio 2008, n°2).
[…] E su Internet viaggiano gli MP3, ovverossia musica compressa, cioè, appunto, degradata.
A complicare le cose è intervenuta la distinzione tra condivisione e scaricamento: la legge italiana (il panorama legislativo dei paesi occidentali rispetto a questo argomento è assai difforme) prevede che il secondo sia lecito, la prima no. Per cui, a ragion veduta, si può accedere ad una copia di un file purchè si eviti di condividerla con altri utenti.
[…] L’idea che si possa far dono a un amico –anche virtuale—di qualcosa che si possiede non è diversa da quella che chi ha vissuto l’età dell’oro del vinile metteva in pratica copiando i long playing sulle cassette: al donatore –oggi come ieri—rimaneva una copia di qualità superiore.” (Nobile 2012, pag. 40-41).
Penso sia chiaro per tutti che, per l’utilizzo che ne facciamo noi, scaricare musica o films dalla rete sia assolutamente legale.
Altro discorso, che non affronto qui, è quanto sia etico farlo per evitare di “pagare” un prodotto ludico/culturale (anche l’artista deve campare, se non gli compriamo i dischi è difficile che gli rinnovino il contratto…).
Personalmente, essendo musicalmente onnivoro, sono passato dall’acquisto di 100 CD/anno di 5 anni fa ai 10 attuali, e la cosa mi rattrista un po’ (e probabilmente di più le case discografiche e gli artisti stessi).
Tuttavia l’utilizzo che faccio della rete è quello di un enorme filtro per ascoltare con curiosità buona parte degli albums pubblicati di mio interesse (spesso, in effetti, reperibili per l’acquisto “fisico” solo in rete, dal momento che si tratta di musica pop-rock “di nicchia” introvabile nei negozi di una media città di provincia italiana).
Solo successivamente, se il CD mi è piaciuto particolarmente, lo acquisto per non rinunciare al feticcio. Ed assai spesso l’acquisto avviene 1-2 anni dopo, quando in molti casi posso entrare in possesso della ri-edizione dell’album medesimo con l’aggiunta di bonus tracks.
Mi sono in effetti, col trascorrere degli anni, scocciato della politica delle case discografiche che non premiano i primi acquirenti e gli aficionados (il medesimo ragionamento andrebbe fatto per l’acquisto dei biglietti per i concerti, assurdamente nell’italico stivale più costosi in prevendita che al botteghino la sera del concerto!) pubblicando la prima versione dei nuovi lavori a prezzo ridotto o con un packaging migliore o con l’aggiunta di bonus tracks, ma facendo esattamente il contrario.
Ricordo gli albums di uno dei miei artisti preferiti (che ora mi sta un filo antipatico, non solo perché ha sposato quel pezzo di Diana Krall), Elvis Costello, che se ne esce da 10 anni col nuovo lavoro nudo-e-crudo e 8-10 mesi dopo con il medesimo ed un CD di inediti allegato in regalo, ad un prezzo inferiore. Ah, la rabbia dell’innamorato tradito!
Mi piacerebbe sapere come si comportano, nel caso sia del download che dell’acquisto di prodotti musicali, i lettori del blog.
A loro togliermi questa curiosità.
A Diana Krall quella di dirmi cosa ha trovato in Costello che io non ho…