martedì 29 gennaio 2013

Christopher Owens - Lysandre (2013)

Una storia ed una vita che ricordano quella di un film. Per tutta l'infanzia è stato costretto a seguire i genitori durante le peregrinazioni della setta religiosa di cui facevano parte (un fratellino era morto di polmonite proprio per la riluttanza della setta a chiedere interventi medici). A 16 anni lascia la famiglia e torna negli USA, dove lavora come magazziniere e lavapiatti, continuando però a studiare la chitarra, passione in cui si era rifugiato durante i suoi viaggi. Dopo 9 anni in Texas, si trasferisce a San Francisco dove, nonostante l'obiettivo di diventare un pittore (?), decide di fondare una band musicale, i Girls.
Lasciati i Girls, dopo un periodo durante il quale posa per Yves Saint Laurent (??), cambia di nuovo idea e decide di tornare alla musica, producendo una specie di concept-album in cui narra, appunto, come si viveva in una band indie-rock. L'album racconta la storia di Lysandre, una ragazza francese incontrata durante un tour, e del loro rapporto ossessivo, fino alla separazione ed all'abbandono. Nonostante tutto ciò possa indurre indubbiamente ad una certa preoccupazione, almeno dal punto di vista della qualità artistica, una dose salutare di chitarra acustica, flauti, sax, orchestrazioni e la sua voce placida e distesa alla Elliott Smith, riescono a evitare l'effetto zavorra e, al contrario, finiscono per darci un effetto "vintage" che a tratti fanno venire in mente i primi Roxy Music o le cose migliori della scuola di Canterbury (Caravan, ecc ecc). Un bel disco, per iniziare bene il 2013. Voto: ☆☆☆☆

3 commenti:

microby ha detto...

Anche a me è piaciuto Lysandre, esordio solistico dell'efebico Christopher Owens, dalla voce dolce e modulata come la fisiognomica lasciava supporre. Come hai scritto, è la metà del duo indie-pop americano Girls (dei quali mi era piaciuto molto l'esordio ed assai meno il nevrotico successore, molto differente dall'album in proprio). Lysandre è come scrivevi un delizioso concept album su una storia d’amore, con il tema principale che ricorre trasformato in ogni brano, l’uso di strumenti desueti come flauto e sax, chitarre acustiche ed elettriche dal suono seventies, per un gioiellino pop che riesce tuttavia a suonare insieme rétro ma fresco, conosciuto ma originale. Anche per me è quasi un 4 stelle: 7.8/10
Però spiegami: la storia d'amore di Lysandre e la sala-parto correvano su binari paralleli, visto che hai postato la recensione alle ore 6.44?? Io a quell'ora ho ancora a disposizione un paio di R.E.M. (e non intendo la band di Athens!!)

lucaf ha detto...

Come scriveva Jack in "Shining", Il mattino ha l'oro in bocca, il mattino ha l'oro in bocca, il mattino ha l'oro in bocca....

Unknown ha detto...

Concordo con Luca e Roby.
Questo è davvero un gran bel disco, molto lieve e piacevolissimo con le sue melodie in grado di catturare facilmente l'attenzione dell'ascoltatore.
Per me i pezzi migliori "Here we go" e "Part of me".
Un sommesso consiglio a Christopher: cambia parrucchiere.....quella copertina non si può vedere e fa scappare chi magari si accosta solo superficialmente al CD.
Comunque davvero si comincia bene il nuovo anno

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