ANOHNI (2016) Hopelessness
Antony Hegarty ha
sempre scandagliato con la sua voce struggente le istanze dominanti,
le angosce, i meccanismi di difesa del proprio vissuto personale,
anche molto intimo. Musicalmente lo ha fatto per mezzo di un
cantautorato colto (piano-voce e poco altro) allargatosi non solo
occasionalmente all'orchestrale. A latere, ha espresso la propria
dimensione sociale (la preoccupazione per il consumismo, per il
fanatismo religioso e politico, la lotta per la salvaguardia
dell'ambiente, l'antimilitarismo) solo nelle interviste e nelle
proprie mostre di disegni/pitture, e per contro la gioia di vivere
spensierata nella collaborazione al progetto di musica elettronica da
dancefloor Hercules & Love Affair.
Ora decide di unire i due opposti, i testi drammatici di impegno
sociale con la musica elettronica: le liriche e la sua voce da
brividi sono al solito da plauso, mentre la scrittura delle melodie e
soprattutto la realizzazione in un'elettronica
EDM per i miei gusti pacchiana
(co-operano, ahimè troppo, due maghi del settore quali Daniel
Lopatin e Hudson Mohawke) fanno storcere più volte il naso. Forse
conscio di presentare "l'altro-sè", rispetto a quanti lo
apprezzano nelle vesti di Antony & The
Johnsons, ha deciso di pubblicare l'album
a nome Anohni, il
nomignolo con il quale viene chiamato da familiari ed amici, e con
una bella copertina che sottolinea una dubbia identità sessuale (o
forse anche musicale?). Perplessità emerse anche all'ascolto, che
non solleva mai il disco dal ruolo di irrisolto e interlocutorio. Per
un artista che in realtà non necessita di grandi cambiamenti, tanto
può essere caratterizzante utilizzando solo piano e voce.
Voto
Microby: 6.5
Preferite:
Why Did You
Separate Me From The Earth?, Drone Bomb Me, 4 Degrees
REED TURCHI (2016) Speaking In
Shadows
Il
chitarrista della band americana garage-blues Turchi
pubblica un primo album da solista, con un suono meno sporco in cui
in primo piano si apprezzano comunque sempre i riff di chitarra ed i
duetti tra la slide del nostro e l’elettrica dei collaboratori (tra
i quali anche il nostrano Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues
Explosion), ma i fiati colorano spesso i brani. Il suono è
complessivamente più vario rispetto alla band-madre, districandosi
tra sanguigni rock-blues, ballate, R&B,
americana, con riferimento a Rolling
Stones, Jon Spencer Blues Explosion, Dream Syndicate, Thin White
Rope. Un buon ascolto, ad alto volume, in auto d’estate.
Voto
Microby: 7.4
Preferite:
Everybody’s
Waiting (For The End To Come), Juggling Knives, Offamymind
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