sabato 23 luglio 2011

Suzanne Vega a Roma, Villa Ada



Se esiste la sindrome di Stendhal per la musica forse l'ho avuta mercoledì scorso a Villa Ada. Magari complice l'atmosfera magica di questo parco meraviglioso che ogni estate ospita concerti di altissimo livello. Magari perché la voce di Suzanne Vega è sempre pulita, calda, vera, ma soprattutto ammaliante, da vera Calipso. Magari perché in un tale contesto le sue canzoni in versione acustica mettono in risalto la loro essenza più introspettiva e spirituale. Sta di fatto che durante tutto il concerto l'emozione è stata talmente forte che la lacrimuccia era sempre lì lì per sgorgare felice.
Partenza a bruciapelo con Marlene on the wall. Dopo trenta secondi è già silenzio assoluto tra i duemila presenti. Accompagnata dalla chitarra elettrica leggera e avvolgente di Gerry Leonard, snocciola tutti i grandi successi, intervallati da alcune canzoni dal musical sulla vita di Carson McCullers, da lei scritto e interpretato a Broadway. Conclude con tre bis, il terzo dei quali evidentemente quale ringraziamento speciale per un pubblico entusiasta che non ne voleva sapere di andarsene.

1 commento:

lucaf ha detto...

Un paio di settimane fa ero in macchina con i miei figli e l'imprevedibile playlist del mio iPod fece partire "Luka". Ho cercato di spiegar loro cosa volesse significare la canzone ed il suo testo permettendomi di affrontare la tragedia che può nascondersi tra le mura di una casa. Altro che "canzonette" o "musica colta", Suzanne Vega è stata in grado, in poche battute, di toccare il nostro cuore. Cosa che neanche Ungaretti o Garcia Lorca.

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