domenica 5 giugno 2011

JESSE SYKES & THE SWEET HEREAFTER (2011) Marble Son

Lodevole, coraggioso e nel contempo coerente il percorso di trasformazione, album dopo album (siamo giunti al quarto: tutti raccomandabili), di Jesse Sykes e del fido chitarrista Phil Wandscher, ex Whiskeytown: da un country-rock ispirato ma poco distante dalle varie Lucinda Williams o Patty Griffin (Reckless Burn, 2002), a riferimento per l’alt.country (Oh, My Girl, 2004), a campioni dell’americana (Like, Love, Lust And…, 2007), con l’attuale Marble Son approdano alla psichedelia West Coast dei sixties, e con ottimi risultati. Più spazio quindi alla chitarra elettrica di Wandscher, brani più dilatati, solo tracce di alt.country (inteso più alla Walkabouts/Chris Eckman che alla Jayhawks/Wilco), e via ad inseguire gli alfieri dell’acid rock della Bay Area, su tutti Jefferson Airplane/Big Brother & The Holding Company come stelle di riferimento (emblematiche in tal senso già l’iniziale Hushed By Devotion o una Ceilings High il cui attacco ricorda Piece of My Heart). Manca certo la rabbia di Grace Slick/Janis Joplin, chè la voce di Jesse Sykes ricorda più una Marianne Faithfull senza aplomb inglese o, anche nella miscela timbrica voce/musica, la grande Toni Childs (Be It Me Or Be It Done, Wooden Roses), e pertanto il clima generale è più da quiete prima della tempesta che da tempesta vera e propria. Non mancano ballate folk trasognate (Marble Son, Come To Mary), in un lavoro che sarà molto apprezzato anche dai nostalgici del Paisley Underground meno acido (più Dream Syndicate insomma che Green On Red/Rain Parade).

Preferite: Hushed By Devotion, Pleasuring The Divine, Your Own Kind

Voto Microby: 7.8/10

2 commenti:

Stefano ha detto...

Grande Roby. Scrivi da dio

lucaf ha detto...

Effettivamente sembra di sentire i cloni dei Jefferson Airplane...però,non so, non mi prende molto

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI Nov-Dic 2024

  BEN FOLDS (2024) Sleigher Genere : Singer-songwriter, Adult alternative Pop Simili : Billy Joel, Joe Jackson, Randy Newman, Rufus Wain...