Che sia in atto un revival del folk inglese, come era avvenuto nei seventies dei (tra gli altri) Fairport Convention/Pentangle/Steeleye Span, è indubbio. Non solo per la quantità dei lavori pubblicati dedicati al genere, ma per la qualità media dei medesimi e per l’attenzione che bands di spessore americane, vedi Fleet Foxes e Grizzly Bear per esempio, dedicano alla musica inglese di derivazione popolare.
Tuttavia mentre il folk anglo-scoto-irlandese dei ’70 riscopriva le ricche patrie radici contaminandole con la musica popolare americana, il country per i bianchi ed il blues per i neri, attualmente la contaminazione è bilaterale tra le due sponde dell’oceano, ed il collante è l’attuale musica pop-olare.
Così risultano interessanti ma più “datati” gruppi folk-rock (come l’ottimo ultimo Trembling Bells) che guardano al power flower/acid rock californiano di fine sixties, che non gruppi come i The Leisure Society che licenziano un folk-pop bucolico ma raffinato, arioso e vivace, vario ma non disomogeneo. I riferimenti si possono chiamare Mumford & Sons e Fleet Foxes, ma anche Sufjan Stevens ed Andrew Bird, Midlake e Divine Comedy, in un trionfo acustico elegantissimo di chitarre pizzicate, violini, violoncelli, flauti e cori che fa pensare ad un chamber pop impregnato di campagna inglese, di cinema anni ’60, di quartetti d’archi, di dixieland e di minuetti, e soprattutto del sole e della spensieratezza di Brighton, dove il collettivo guidato dal chitarrista londinese Nick Hemming è di stanza. Veramente difficile estrapolare alcuni brani, preferendoli ad altri, essendo tutti sopra la media. Come per i Fleet Foxes, una seconda prova di grande classe e maturità.
Preferite: Into The Murky Water, Dust On The Dancefloor, Better Written Off
Voto Microby: 9/10
1 commento:
Sono d'accordo. Disco molto interessante! il pezzo "Just like the Knife" ti si attacca e non te lo scordi più!
Posta un commento