martedì 28 giugno 2011

John Mayall in concerto, Brescia 26 giugno 2011


77 anni e pare un ragazzino. Una voce ancora squillante (è incredibile: è sempre la stessa voce che si può ascoltare nei primi album, senza un cedimento o un'esitazione) ed un'armonica impeccabile come ai vecchi tempi di Turning Point. Il padre, o meglio dire, il nonno del rockblues europeo (grazie a lui hanno iniziato Eric Clapton, Peter Green, Jack Bruce o Mick Taylor), si è presentato sul palco senza i mitici Bluesbreakers (da cui si è separato da 2-3 anni) ma con una band di tutto rispetto: Rocky Athas alla chitarra (un texano che suona con i piedi ben piantati nel profondo sud, con uno stile decisamente più southern rock rispetto a Buddy Whittington del Bluesbreakers), Greg Rzab al basso e Jay Devenport alla batteria. La band ha costruito un supporto sonoro di grande impatto, in cui Mayall appare stare alla meraviglia e grazie alla quale ha potuto ancora deliziarci con alcuni brani tratti dall'ultimo album del 2009 ma soprattutto con i suoi vecchi cavalli di battaglia. Da ricordare: l'apertura con Another Man, brano del 1966, la bellissima e classica Chicago Line, e poi ancora Movin out Movin on, Nothin' to do with love, Have you heard about my baby, Playing with a losing hand, Tough times ahead, la lunghissima e trascinante Room to move e, per finire, Hideaway.
"The king of blues" come viene presentato all'inizio del concerto, è ancora in forma e mi sembra tutt'altro che desideroso di ritirarsi da rock star come altri artisti nostrani. Gran bella performance: lunga vita!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

eh... io c'ero. grande concerto, grande musicista e grande uomo; sul palco ha dato spazio alla sua band, deliziando il pubblico. Posso dire che nessuno di è risparmiato un attimo e si avvertiva il grande affiatamento. una pecca secondo me un tecnico del suono non del tutto brillante.Vederne di concerti di questo livello ad un prezzo così poi...

lucaf ha detto...

Sono assolutamente d'accordo. E poi Mayall, nonostante la fama ed il suo posto nell'olimpo del rockblues, è un tipo alla mano: prima del concerto si è messo a firmare dischi e biglietti e si è prestato a fotografie come un qualsiasi giovane rocker esordiente...

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