giovedì 24 dicembre 2009

Acquisti per Natale 2009


Non è la lista dei migliori dell'anno (quella arriva a febbraio) però c'è qualche idea per gli acquisti di fine 2009.
STRENNE:
Sicuramente al primo posto c'è il cofanetto quadruplo di Tom Petty: per Bob Dylan la sua (gli Heartbreakers) è l'ultima delle grandi band americane. Poi suggerirei In the Court of the Crimson King 40th anniversary edition (per noi nostalgici), Commander Cody ed il disco di Natale di Bob Dylan: c'è addirittura un brano cantato in latino!!!
ROCK:
Mettete mano al portafogli e cominciate a comprare i dischi dell'anno: Timothy B. Schmidt, 2032 dei Gong, Sigh dei Mumford & Sons, Brendan Benson, Mark Knopfler, Uncle Kracker, Colin Hay, Nancy Griffith, Sarah Lov, Todd Snider, Zachary Richard, Tori Amos, Mike Farris, Regina Spektor, Indigo Girls. Ian Hunter, Scott Matthew.
ITALIA
Samuele Bersani, Carmen Consoli, il cofanetto anni '90 di Gaber, Elio e le Storie tese con i loro Gattini.

sabato 19 dicembre 2009

Lovett e Hyatt insieme!

Prossimamente (2 febbraio) in un unico concerto italiano a Milano.

Gong - 2032 (per gli orfani di Frank Zappa)

Daevid Allen e Steve Hillage ci avevano storditi con la famosa trilogia di Radio Gnome Invisible dei primi anni '70, il manifesto del free rock così come In The Court of The Crimson King lo è stato per il progressive. Chi ha nostalgia per il flower power ed il rock zappiano deve ascoltarsi questo disco. Un disco di psichedelia, ritmo, groove funky ed addirittura con sovrapposti cori folk e rap (!!). Il migliore disco che Frank Zappa non ha mai inciso.
voto: ☆☆☆☆(delizioso e difficile)

lunedì 14 dicembre 2009

If You Ever Get Famous (BBC '...Later with Jools Holland')


Il Duca e il Re nella letteratura americana sono i due imbroglioni che con l'inganno vendettero lo schiavo nero Jim agli zii di Tom Sawyer nel libro Le Avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain. Una versione yankee dei nostri Gatto e Volpe collodiani (i due libri sono curiosamente usciti praticamente in contemporanea tra il 1883 e il 1884).

Il Duca (Simone Felice) è uno dei fratelli (il batterista del gruppo) che stanno scrivendo le migliori pagine di roots-music degli ultimi mesi (Yonder Is The Clock è l'ultimo album), il Re (Robert "Chicken" Burke) è un batterista/DJ spesso utilizzato da George Clinton.

Nothing Gold Can Stay è un bel disco di cantautorato, con un bel piglio da "indie-folker", che non potrà non piacere agli amanti della musica acustica americana e non solo.

Fra i pezzi più godibili "If you ever get famous" che apre il disco, "Water spider" e "Summer morning rain"





domenica 13 dicembre 2009

Isola deserta: Yes - Going for the one

Qualcuno dice che "Close to the Edge", "Fragile" o "Tales from the topographic ocean" fossero migliori di questo. Io invece sono molto legato a Going For The One: sarà che è stato il primo disco degli Yes che ho mai comprato, sarà che contiene la magnifica Wonderous Stories, ma soprattutto, Awaken, una delle bandiere del progressive con Rick Wakeman al massimo della sua brillantezza, se non ricordo male da poco rientrato nel gruppo (prima al suo posto c'era Tony Moraz). In ogni caso si tratta di un disco fondamentale della storia della musica inglese, senz'altro l'ultimo grande album del gruppo ed una delle ultime gemme del genere prog (in quegli anni avevano già cominciato a farsi largo i primi gruppi punk..). Un'altro dei dischi da portarsi nella famosa isola deserta...
voto: ☆☆☆☆☆(capolavoro)

venerdì 11 dicembre 2009

Elio e le Storie Tese sulla Reunion dei Litfiba....DA MORIRE!


La notizia della confermata reunion dei Litfiba ha scatenato le reazioni positive di tutto il web, e i primi a lanciare un messaggio su questa ritrovata armonia tra Ghigo Renzulli ePiero Pelù sono gli Elio e le storie tese, che per primi avevano sperato nella riappacificazione dei due in “Cicciput” con il brano “Liftiba tornate insieme“.
A parlare è Faso che in pieno stile Elii dice:
Elio e le Storie Tese come Nostradamus una notte in sogno hanno avuto il presagio di un ricongiungimento di Piero e Ghigo e questa turbativa del sonno da chiaroveggenza ci aveva portato a scrivere la canzone “Liftiba tornate insieme”. Ne approfittiamo per annunciare che abbiamo scritto altri due brani, “Beatles tornate insieme”, che risale a qualche anno fa ma che non abbiamo mai pubblicato, e “Oasis, scioglietevi”, che è rimasto solo un provino ma che fortunamente si è rivelato comunque vero. Abbiamo quindi fallito soltanto coi Beatles, ma solo perché abbiamo abbiamo appena scoperto che due dei quattro di Liverpool purtroppo sono morti”

Neil Young - Dreamin' Man Live '92


Uscito l'8 dicembre Dreamin' Man Live '92, live completamente acustico di Harvest Moon.

martedì 8 dicembre 2009

Buon Compleanno, Tom Waits!


Thomas Alan Waits è nato a Pomona, California, il 7 dicembre 1949.
C'è qualcuno più "cool" di Tom Waits? Assolutamente no. Qualcuno lo può conoscere solo per la sua inconfondibile voce che sembra appartenere ad una persona che abbia fatto troppo spesso gargarismi con il catrame, ma in realtà è la sua musica che lo renderà immortale. Se qualcuno di voi non ne ha mai sentito parlare, smetta di leggere questo post e vada immediatamente a comprare qualcosa e mi ringrazierà per il resto della sua vita.

domenica 29 novembre 2009

Desert Island - Caravan In the Land of Grey and Pink

Canterbury è una città ad una sessantina di miglia da Londra, famosa per essere stata l’epicentro di un movimento musicale d’avanguardia negli anni a cavallo del 1970.
La cosa ebbe inizio a metà degli anni sessanta quando giunse a Canterbury, proveniente da Parigi, Daevid Allen, un freak australiano che fece là amicizia con il figlio del suo affittacamere, un ventenne di nome Robert Wyatt che aveva un gruppo rock con Kevin Ayers, i Wilde Flowers.
Una metà dei Wilde Flowers diede origine ai Soft Machine, l'altra metà, formata da David Sinclair (tastiere), il cugino Richard Sinclair (voce e basso), Pye Hastings (chitarra) e Richard Coughlan (batteria) prese il nome di Caravan.
Il loro terzo disco (del 1971) In The Land Of Grey And Pink, in qualche modo ispirato (almeno nella copertina) alla terra di mezzo descritta da Tolkien, non solo costituì il capolavoro dei Caravan ma anche forse l'espressione perfetta della musica progressiva britannica con la sua fusione di rock, jazz e psichedelia. Sicuramente la suite, di oltre 22 minuti, Nine feet underground può essere considerata uno dei manifesti dello stile Canterbury ed uno dei pezzi più belli in assoluto del progressive.
Al momento l’album non vendette bene e Dave Sinclair, che ne era stato uno dei principali artefici, lasciò la band per fondare gli Hatfield And The North. I Caravan proseguirono ancora per diversi anni e diversi album, ma nessun lavoro successivo raggiunse tanta perfezione.
voto: ☆☆☆☆☆(capolavoro)

Free Download - Eels nuovo!

In uscita nel 2010 il nuovo, ottavo, cd: "End Times". Come afferma sul suo sito sarà un disco di un artista che sta invecchiando nel contesto di questi tempi incerti. L'ha registrato su un vecchio nastro a 4 canali nella sua cantina.
Non vediamo l'ora di averlo tra le mani! Nel frattempo scaricatevi questo assaggio...








venerdì 20 novembre 2009

Die Elektrischen Kuriere


Correva l'anno 1977 (circa). Le prime radio libere trasmettevano Animals dei Pink Floyd, Low ed Heroes di David Bowie, Rumours dei Fleetwood Mac, Songs from the Wood dei Jethro. Erano gli ultimi anni del vero, autentico progressive e del pop di Al Stewart; erano gli anni dei Ramones ma anche di Bob Marley, Damned e Clash.
Durante una delle mie pericolose (per il portafoglio) peregrinazioni da Ricordi (il negozio sul Corso poi diventato Iperdue, ve lo ricordate?) uno dei clienti riusciva a convincere (l'impresa era sempre assai complessa, chissà perchè) il commesso a mettere sul giradischi uno strano disco. Io ero lì che scorrevo i vinili gustandomi le copertine di tutti quegli lp quando ad un tratto ascolto una musica mai sentita nè immaginata prima. Era un ritmo elettronico, rilassato, lontano anni luce da tutto quello che avevo ascoltato fino ad allora. Ne rimasi ipnotizzato e mi precipitai a vedere cosa producesse quelle sonorità affascinanti, quasi futuriste. Klaus Schulze, chi era costui? Inutile dire che tirai fuori 5000 lire e me lo portai a casa. E dopo di lui seguirono anche Tangerine Dream, Ash Ra Temple, Neu e soprattutto i Kraftwerk. Il resto della storia è cosa nota: il genere colpì Brian Eno e David Bowie che ne trassero ispirazione per la trilogia berlinese e poi degenerò in quel techno pop che ci avrebbe poi perseguitati per almeno 10 anni. Diventai un appassionato esperto del genere tanto che ancora oggi il buon Guido Biagi si chiede come abbia fatto un ragazzino di 14 anni a proporgli (e assicurargli) un programma radiofonico di musica teutonica presso la sua AltraRadio. Sono passati molti anni e per la maggior parte quei dischi non sono invecchiati bene: rimangono pochi gioielli, come quel Mirage di Klaus Schulze o la grande suite di Autobahn dei Kraftwerk.

Dischi per isola deserta

Recupero una magnifica idea di fabius: consegnare alla storia (in fondo pubblicando su questo blog ne rimarrà, bene o male, memoria perenne) quegli album magnifici passati come meteore, andati magari ormai fuori catalogo, oppure solamente dimenticati dagli anni. Insomma gli album che portereste con voi su un'isola deserta anche solo per ricordare i vecchi tempi. Ciascuno di noi ha le sue debolezze, i suoi vizi ed i suoi scheletri nell'armadio: ciascuno di noi ha anche qualcosa di cui vergognarsi, quell'album che ci piace un casino ma che non abbiamo il coraggio di condividere con gli altri. Beh, il blog è lo spazio per tutto questo. Se non avete voglia o tempo di scrivere un commento non importa: basterà anche solo il nome. Datevi da fare!

sabato 14 novembre 2009

E se volessimo ricordare il vecchio folk inglese?

Il genere è abbastanza tosto: recuperare i vecchi album folk inglesi e riuscire ad ascoltarli per intero è impresa abbastanza difficile. Piccola e modesta guida per chi non ne ha neanche uno e magari vuole farsene un'idea oppure vuole, come il sottoscritto e molti di voi, recuperare i migliori e più significativi:

ESSENZIALI:
Fairport Convention - Liege and Lief
La risposta inglese ai Jefferson Airplane. E' il loro quarto disco: Richard Thompson suona in maniera fantastica ma tutto il gruppo è in stato di grazia. Peccato che dopo l'uscita del disco Ashley Hutchins e Sandy Danny lascino il gruppo.







Nick Drake - Five leaves left
In assoluto il capolavoro di ND, registrato poco prima della sua morte, avvenuta a soli 26 anni nel 1974. Di una malinconia assoluta ma di una bellezza sopraffina. Contiene uno dei brani più belli in assoluto della storia: Way to Blue.








John Martyn - Bless the weather
Il suo modo di fare folk è originale perchè vi ha sempre cercato di incorporare sonorità jazz e blues. Come Nick Drake anche lui non è più tra noi.









RACCOMANDATI:

Richard and Linda Thompson - I want to see the bright lights tonight
William Shakespeare in versione rock. Lasciati i Fairport si è messo a fare musica con la moglie Linda: atmosfere immobili, stranite, evocative.







Martin Carthy - Shearwater
Dicono che abbia influenzato i giovani Bob Dylan e Paul Simon, che sembra abbiano studiato la sua tecnica durante un loro viaggio a Londra. Era il leader degli Steeleye Span.

E' tornato il folk nella vecchia Inghilterra?


Sembra proprio di sì. Sicuramente con sonorità più moderne ed innovative anche se calate nella strumentazione tradizionale. Mumford & Sons ne sono l'esempio più valido: la loro ispirazione è senz'altro il new folkrock oltreoceano dei vari Fleet Foxes, Blitzen Trapper e compagnia bella, in cui gli arpeggi strumentali tradizionali e le ballate più tipicamente bluegrass, incontrano il pop più semplice e naturale. Non ho ancora avuto modo di ascoltare per intero il loro disco "Sigh no more" ma questa Little Lion man è proprio un gioiello!

venerdì 13 novembre 2009

Perchè non vivo a New York?

In due concerti consecutivi, The Wild, The Innocent... e The River suonati integralmente al Madison Square Garden di New York: porca miseria. Speriamo almeno nei Bootleg!

Breve digressione letteraria...

Sono passati 40 anni da quel giorno. Si era alzato alle 4 del mattino e aveva parlato con la madre fino all'alba, poi era andato a farsi una scatoletta di tonno, il suo rimedio contro la sbornia (!!). Improvvisamente un'emorragia gastrica e la morte dopo poco. Allora aveva solo 47 anni e sicuramente senza di lui non ci sarebbe stata gran parte della musica rock, quella che canta i disperati, i vagabondi ed i peccatori: Bob Dylan non sarebbe Bob Dylan, ma neanche Bruce Springsteen o Tom Waits o Willie DeVille, o Neil Young o chissà quanti altri ancora. Rimani nei nostri cuori, Jack Kerouac.

domenica 8 novembre 2009

Di nuovo Bob Dylan......


Raccolgo la sfida e la provocazione del maestro, anche se mettere giù una lista delle migliori 10 del menestrello di Duluth per uno che ha trovato qualcosa di buono anche in album come Saved! e Shot of love non è esattamente una passeggiata.

Comunque ecco qua, ma probabilmente domani avrò già cambiato idea:


10. Most of the time (Oh, mercy)
9. I shall be released (The bootleg series vol. 1-3)
8. Slow train (Slow train coming)
7. Forever young (Planet waves)
6. Jokerman (Infidels)
5. Just like a woman (Blonde on blonde)
4. Don't think twice, it's all right (The freewheelin')
3. Mr. Tambourine man (Bringing it all back home)
2. Blowin' in the wind (The freewheelin')
1. Like a rolling stone (Highway 61 revisited)

Il riciclatore norvegese....geniale!

'sto tizio (Peter Bull) è un mago. La sua unica passione è mixare perfettamente più brani utilizzando come base un un unico pezzo: sul suo sito ce ne sono svariati ed il migliore è senz'altro quello su Viva la Vida dei Coldplay. Anche questo però non è niente male: ci sono Jason Mraz, Howie Day, Five for Fighting, Angela Ammonds (non so chi sia), Boyzone (qua siamo decisamente caduti in basso) e Doors Down.

venerdì 6 novembre 2009

Le 10 migliori di Bob Dylan...

Bene bene, vediamo se riusciamo a creare un pò di discussione. Propongo la mia classifica:





n. 10 Subterranean Homesick Blues (da Bringing it All Back Home)
n. 9 Sweetheart like you (da Infidels)
n. 8 I want you (da Blonde on Blonde)
n. 7 Girl from the North Country (da Freewheelin)
n. 6 All along the watchtower (da John wesley Harding)
n. 5 Positively 4th Street (da Greatest Hits 1)
n. 4 Like a Rolling Stone (da Highway 61 Revisited)
n. 3 Blowin' in the Wind (da Freewheelin)
n. 2 Hurricane (da Desire)
n. 1 Mr. Tambourine Man (da Bringing it All Back Home)

domenica 1 novembre 2009

Phish - Joy

Sono tornati. Nel 2004 Trey Anastasio aveva annunciato lo scioglimento definitivo del gruppo, a suo dire per evitare il rischio di continuare a ripetersi. Dopo 5 anni in cui solo Anastasio aveva prodotto un paio di album veramente buoni, in mezzo ad altri lavori non particolarmente riusciti (in particolare quella schifezza di album tutto chitarra e orchestra) e mentre tutti gli altri del gruppo si erano un pò persi, hanno pensato bene di riprendere l'attività (anche dal vivo) con questo che pertanto rappresenta il 14° album della band. I Phish sono stati più o meno universalmente accostati ai Grateful Dead e, per stare un pò di più ai nostri giorni, alla Dave Matthews Band, sia per la potenza dei loro show che per il seguito di culto dei loro fan. I brani dell'album sono complessivamente molto buoni e, pur non raggiungendo le vette di quelli del classico Billy Breathes, sono tutti destinati ad essere un'ottima base per i loro concerti: in particolare mi sono piaciuti assai "Backwards down the number line" e "Light" mentre mi ha un pò annoiato quello che probabilmente doveva essere il pezzo cult del disco, "Time turns elastic" con i suoi 13 minuti sospesi tra i vecchi Utopia di Todd Rundgren e gli Yes di Tales from topographic ocean.
Complessivamente un buon disco con alcune cose buone ed il solito difetto di mancanza di senso della misura negli arrangiamenti: un disco che comunque non delude e che va annoverato tra i migliori del 2009.
Voto: ★★★★ (buon disco)

domenica 25 ottobre 2009

Anniversario: Led Zeppelin II

Il 1969 è stato un anno importante nella storia del rock. E' stato l'anno di In the Court of the Crimson King, di Abbey Road, di Let it bleed, di Tommy, di Ummagumma, di Astral Weeks, dei grandi concerti live dei Creedence, Jefferson Airplane e Grateful Dead e soprattutto di Woodstock. Dopo 9 mesi dal precedente, assai promettente, esordio (LZ 1), Jimmy Page e compagni pubblicano nel mese di ottobre questo nuovo album con pezzi scritti durante la lunga tournee come gruppo spalla dei Vanilla Fudge. Un album che, personalmente, ritengo uno dei migliori del gruppo perchè perfetta sintesi espressiva di rock e blues: ed in effetti è impossibile non sentirvi Willie Dixon, Robert Johnson, Howlin' Wolf, Sonny Boy Williamson e compagnia bella (mi sembra anzi di ricordare che qualcuno di loro li abbia portati in tribunale per aver pescato a pieni mani dal loro repertorio...). Non c'è dubbio che alcuni brani del disco sono iscritti a caratteri cubitali nelle pagine della storia del rock: il brano di apertura, Whole Lotta Love e poi Bring it on home, Heartbreaker, Ramble On, Moby Dick. Si può senz'altro dire che con questo album sia nato il genere Hard Rock, con i suoi riff chitarristici acidi e distorti, le parti vocali con urla taglienti come rasoi alternate a gemiti sussurrati e le batterie percosse con estrema potenza. Senza quest'album e questo gruppo non ci sarebbero stati Van Halen, Steve Vai, Ac/Dc, Metallica e compagnia bella. Jon Landau, che pure aveva visto per primo la grandezza di Bruce Springsteen e ne aveva contribuito a lanciare il mito scrisse, in occasione di quest'album, che i LZ erano un gruppo senza futuro: infatti...

sabato 24 ottobre 2009

Novità (discografiche) in arrivo.

Nel mio volo di ritorno sono passato sopra Athens, in Georgia, e dall'alto mi sembrava di sentirli, i REM, nati e cresciuti in quella città. L'occasione è per ricordare a tutti che è appena uscito il loro nuovo disco, doppio, dal vivo, Live at the Olympia, registrato nel luglio 2007 a Dublino poco prima che publicassero "Accellerate". In quelle cinque giornate suonarono proprio l'album che sarebbe uscito di lì a poco, invitando ad ascoltarli i fans del loro fan club, provenienti per l'occasione da tutto il mondo.

Ma l'evento eccezionale è la prossima uscita (24 novembre), udite udite, di un disco dal vivo di Tom Waits! Il disco, doppio, è tratto dal "Glitter and Doom Tour" e ci saranno anche un paio di brani del nostro concerto di Milano, uno dei concerti in cui potrò dire ai miei figli e nipoti (insieme a molti che leggono questo blog): "IO C'ERO!". Uno dei due dischi sarà appunto tratto dai concerti del tour, l'altro sono le cosiddette "Tom Tales" che, a quanto egli stesso sostiene, conterrà una selezione dei raccontini e degli scherzi che abitualmente tiene durante i suoi concerti. A questo punto spero proprio di risentire il mitico "Và a dà via i ciapp..." del nostro concerto milanese!

Back from NYC.

Di ritorno dagli USA.
Per non perdere l'abitudine mi sono sparato un paio di concerti anche lì (ma se sapeste quanti me ne sono persi...): non potevo proprio esimermi dai concerti di Marc Broussard e di Regina Spektor! Entrambe le performances sono state di ottimo livello ma una delle due è destinata a rimanermi nella memoria e nel cuore per molto tempo, anche perchè la sua bellezza è stata del tutto inaspettata. Il concerto di REGINA SPEKTOR è stato semplicemente fantastico: sarà anche stato perchè si è tenuto al mitico Radio City Music Hall di New York, con concerto sold out da tempo (i biglietti me li ero comprati già da un mese) oppure anche perchè di fatto lei è newyorkese di adozione e quindi amici e fan erano mescolati insieme in una specie di idillio collettivo ("feels like a dream, I am so grateful..." dice a un certo punto rivolgendosi al pubblico), sta di fatto che l'esibizione è stata stellare. Uno di quei concerti che vorresti non finissero mai per quante emozioni sono in grado di trasmetterti: una voce di una potenza tale da avvolgere tutto il teatro, accompagnata solo dal suo pianoforte, da un quartetto d'archi e da percussioni mai invadenti.
La setlist è stata la seguente:
The Calculation; Eet; Folding Chair; Ode to Divorce; Machine; Laughing With; One More Time with Feeling; Two Birds; Blue Lips; On the Radio (con intro di November Rain dei Guns&Roses!); The Call; Dance Anthem of the 80s; Silly Eye Color; Generalizations; Bobbing for Apples; That Time; Après Moi; Poor Little Rich Boy; Ink Stains; Human of the Year; Man of a Thousand Faces
Bis: Samson; Us; Fidelity; Hotel Song; Love, You're a Whore

sabato 10 ottobre 2009

Mark Knopfler - Get Lucky

Ascoltando questo nuovo disco mi sono tornate in mente alcune delle sue migliori ballate, acustiche e raffinate : Telegraph Road, Private Investigations, Ragpicker's Dream, Back to Tupelo. Un lavoro nel solco del suo precedente Kill to get Crimson in cui aveva fatto del folk-rock la sua bandiera: forse pecca un pò di autoreferenzialità e questo è senz'altro il limite maggiore di questo disco. Tuttavia ha anche il pregio di riuscire a fondere con raffinatezza atmosfere folk tradizionali celtiche con il country blues più tipicamente americano. Che dire: io ho un debole per Knopfler e la sua Fender per cui gli rifilo un bel 4 stelle!
★★★★ (ottimo)

Gratis online il nuovo singolo di Echo and The Bunnymen

A chi interessa.
Il brano è bello ed è gratuito...
Cercarlo qui:

martedì 6 ottobre 2009

Bruce Springsteen - Wrecking Ball - NUOVA CANZONE!!!

Se fossi nel New Jersey in questi giorni diventerei matto. Il Boss sta eseguendo per intero, uno ad uno i suoi dischi classici.

Godetevi sto brano nuovo di zecca!!!

domenica 4 ottobre 2009

John Fogerty - The Blue Ridge Rangers Rides Again

Lo stiamo inseguendo da un paio d'anni: nel senso che dopo uno stupendo concerto agli Arcimboldi nel 2008 ed uno altrettanto stupendo a Padova nel 2009 (almeno a sentire chi l'ha visto) speriamo che l'anno venturo sia quello buono, sempre che il bravo ed entusiasta Adolfo Galli riesca ancora nell'impresa di portarlo in Italia. Ma veniamo al disco: 'sto ragazzo tra il 1969 ed il 1970, con la sua banda, i Creedence Clearwater Revival, mise in classifica una dozzina di brani splendidi tra i quali vanno ricordati: Proud Mary, Green River, Fortunate Son, Who'll stop the rain, Have you ever seen the rain, ecc ecc. Memore di tale curriculum e alla luce dei magnifici concerti degli ultimi due anni, mi aspettavo un gran disco. Invece no. Stavolta non ci siamo: l'ho ascoltato e riascoltato, ma, niente da fare, nessuna canzone mi è rimasta appiccicata al cervello. Vabbè, in effetti anche questo disco non è diverso da tutti i suoi ultimi lavori, ma, a parte l'interessante partecipazione di Bruce Springsteen e Don Henley, non è che mi abbia incantato. Questo non vuol dire che non meriti la nostra presenza ad una esibizione dal vivo..
★★ (rivedibile)

mercoledì 30 settembre 2009

Countdown Springsteen - la numero 1

# 1 Born To Run (da Born to run).

Lo so, lo so che qualcuno penserà: "bah, tutto qui? Non potevi essere meno ovvio? Tutti sanno che Born to run è la canzone più gettonata del Boss: l'ha suonata ad ogni suo concerto da quando l'ha scritta! Cerca di essere un pò meno scontato!"

Il problema delle grandi canzoni è che quando le ascolti per tanto tempo rischiano di perdere il proprio impatto: si tende a non dare loro l'attenzione ed il risalto che erano riuscite a procurarsi quando erano state pubblicate. E' la natura umana, suppongo.

Ora vi chiedo di ascoltarla ancora un'altra volta.

Riacoltatevi l'inizio del brano con quella ritmica che vi fa immediatamente saltare sulla sedia e quel riff di apertura che sembra debba far abbattere il muro che vi è di fronte e che vi stappa le narici e le orecchie meglio del Vicks. E quel testo iniziale che è l'immagine per un'intera generazione: “In the day we sweat it out on the street of a runaway American dream/At night we ride through mansions of glory in suicide machines".
E poi ancora quando dice a Wendy: “We got to get out while we’re young/’Cause tramps like us, baby, we were born to run....” tadaaatataaa tatataaaa. Quando arriva qui non puoi non perdere il controllo. Non puoi non dire che questa è una delle migliori canzone rock di tutti i tempi, la canzone che tra due-trecent'anni i nostri bis-pronipoti studieranno al conservatorio come oggi si studia Mozart o Bach. Anche per Bruce fu la canzone del successo: la copertina di "Time" e "Newsweek", addirittura una campagna per farla diventare inno ufficiale del New Jersey. Non so dire quante volte l'ho ascoltata ma ogni volta che arriva quel crescendo finale, beh, i brividi mi percorrono le ossa!

Ho molto pensato quale fosse per me il brano numero 1 ma questa è senz'altro quella che definisce meglio Bruce come il migliore musicista rock esistente. Se ascoltandola, vi sarete commossi come il sottoscritto, allora datevi da fare e mettetevi a sentire anche le altre 19 e ancora poi tutte le altre per rendervi ancora una volta conto di quanto sia immenso il talento di Bruce Springsteen.

martedì 29 settembre 2009

Countdown Springsteen - dalla numero 5 alla numero 2!


Le prossime canzoni sono quelle che quando le ascolto, non posso esimermi dal commuovermi. Non riesco neanche a canticchiarle, non ce la faccio, non ci riesco. Quando porterò i miei figli a vedere un concerto del Boss (prima o poi devo farlo) sarà meglio che, quando farà sti pezzi, giri la testa da un'altra parte altrimenti ne perderò il rispetto....

# 5
Rosalita (da The Wild, The innocent..). "Rosie, come out tonight...": è sempre la solita storia. Bisogna convincere la mamma a mollare la figlia ("so che non le piaccio perchè suono in una rock'n'roll band). Una delle canzoni più eccitanti dei concerti del Boss, almeno fino alla metà degli anni '80: generalmente suonata alla fine del concerto con tutti i membri della band scatenati come pazzi (andate a rivedervi qualche vecchio filmato). E poi la maestosa voce del Boss... provate a cantarla (magari quando siete da soli in macchina....): dopo pochi minuti vi verrà un attacco asmatico e si aggroviglieranno le corde vocali.
# 4 Bobby Jean (da Born in the USA). Ancora lui e la madre. Stavolta la madre gli dice che lei è partita. Pare ormai assodato che che "la lei" in realtà è un lui e che lui è Little Steven che stava lasciando la band. Sentitevi il sax di Clarence o il basso di Tallent: mamma mia che grandi musicisti. E poi la strofa finale strappalacrime: “I’m just calling you one last time/Not to change your mind/But just to say I miss you baby/Good luck, goodbye, Bobby Jean.”
# 3 Jungleland (da Born to run). Il più grande assolo di sax di tutta la storia del rock. Ecco perchè Clarence è "the Master of the Universe" come lo chiama Bruce. Dieci minuti: un brano epico, ma non per la sua lunghezza ma perchè racchiude il mondo intero in un'unica canzone.
# 2 Thunder Road (da Born to run). E' il pezzo di apertura dell'album: non so dire se sia meglio questa versione o una delle tante che puoi ascoltare ai suoi concerti. Indubbiamente quella in cui ci sono solo voce e piano di Roy Bittan è la più toccante. "Forse Thunder Road mi ha aiutato perchè, malgrado il suo vigore, il volume, le macchine sportive e i capelli, ha pur sempre un tono elegiaco. Più invecchio, più lo sento. In fondo, credo di essere anch'io dell'idea che se la vita è una cosa triste e molto seria, c'è sempre un pò di speranza; sarò pure un depresso in preda al dramma esistenziale, o magari un idiota contento, ma in ogni caso Thunder Road dice esattamente come mi sento e chi sono, e questa in fin dei conti è una delle consolazioni dell'arte " (Nick Hornby, 31 canzoni, Guanda).

Domani la numero 1 (già si è capito qual'e...)

lunedì 28 settembre 2009

Countdown Springsteen - dalla 9° alla 6°

# 9 Racing in the streets (da Darkness..). Storia di passioni automobilistiche, di macchine truccate, ma senza chitarre urlanti o batterie frenetiche: tutto quello che si sente sono il piano evocativo di Roy Bittan inframmezzato dalla batteria "gentile" di Max Weinberg e dall'organo del compianto Danny Federici.
# 8 Badlands (da Darkness...). I " Bassifondi": brano di apertura di questo magnifico disco. Altra autobiografica: il nostro era finito invischiato in una causa legale “I’m caught in a crossfire that I don’t understand,” “I want control right now". Ne viene fuori un brano di autentico rock'n'roll infuocato e scatenato: un must per tutti i concerti.
# 7 The Promised land (da Darkness...). Un rock a tempo di R&B con un ritornello killer ed una potenza sonora ed emotiva incredibile. Uno dei suoi brani immortali, che ti entrano dentro le ossa.
# 6 Indipendence days (da The River). L'essenza del mito: il figlio che lascia il padre per andare incontro al proprio destino. Un verso della canzone è il condensato del rapporto padre/figlio e quando lo sento mi fa rabbrividire: “Papa now I know the things you wanted that you could not say/But won’t you just say goodbye it’s Independence Day/I swear I never meant to take those things away. Il tutto immerso in una ballata struggente e commovente.

Domani le prime 5 in classifica....

domenica 27 settembre 2009

Countdown Springsteen - dalla 14° alla 10°

# 14 American Skin-41 shots (da Live in New York City). L'ispirazione viene dalla morte di Amadou Diallo, un immigrato di colore ucciso per errore nel 1999 dalla polizia di New York. Quando la fece nei suoi primi concerti la polizia non la prese molto bene, ma ascoltandola bene ciò che traspare è l'incredulità di come sia potuto succedere (e di come succeda anche in Italia, non solo negli USA...).
# 13 Into the fire (da The Rising). Rising è il disco della rinascita e dell'orgoglio. E' il disco dell'11 settembre. Il boss si fa portatore della speranza e della riconoscenza. Questo pezzo è il simbolo del disco e nel ricordo dell'orribile tragedia mostra il cammino per uscirne: "May your strength give us strength, May your faith give us faith, May your hope give us hope, May your love give us love"......"
# 12 This Hard Land (da Tracks e Greatest Hits). Splendida ballata ispirata dalle storie di Steinbeck. Secondo Max Weinberg resta la migliore canzone di sempre del Boss.
# 11 Hungry Heart (da The River). E' stato il suo primo singolo nella top ten americana. Il Boss l'aveva promessa ai Ramones (!) ma poi ci ripensò. Per ascoltarla bene bisogna mettere a canna il volume delle casse, almeno per i primi 15 secondi.
# 10 Darkness on the edge of town (da Darkness..). Il disco uscì nel 1978, in piena era punk, dopo 3 anni dal fortunatissimo Born to Run. E' il disco di inizio di una nuova parte della sua musica con un rock più crudo e meno epico che in passato.

sabato 26 settembre 2009

Countdown - Le migliori 20 canzoni di Springsteen

E' il vero mito del rock. Ancora più di Dylan perchè a differenza sua è ancora in grado alla sua età di raccogliere a ogni giro una generazione nuova e nuovi fans, facendo poi sempre le stesse cose. Ispirato dal suo recente compleanno (60 anni; ne sono passati 30 da quelli festeggiati al Madison Square Garden con No Nukes...) ho messo giù la lista dei miei pezzi preferiti, quelli che vorrei facesse ad ognuno dei concerti cui partecipo.
# 20: Secret Garden (da "Greatest Hits"). Sono sempre e solo 3 note cui gira intorno tutta la canzone, importante anche perchè rappresentava il ritorno della E Street Band dopo un pò di anni di incomprensibili incomprensioni. Clarence Clemons torna alla grande con un assolo caldo ed essenziale; poi un piano lì, una chitarra acustica là....
# 19: I Wish I Were Blind (da "Human Touch"). La canzone dell'amore cieco. Springsteen ha sempre ammirato Roy Orbison e pare ne abbia preso ispirazione per questo brano. Il coro di Bobby Hatfield dei "Rightheous Brothers" è quanto di meglio ci possa essere per esaltare la voce del Boss. Da segnalare anche Jeff Poracaro (Toto) alla batteria.
# 18: Candy's Room (da "Darkness..."). Ce l'aveva fatta riascoltare nel magnifico concerto di Milano del 2008: non mi ricordavo che fosse così bella. E' la canzone dominata da Max Weinberg con un assolo niente male alla chitarra del Boss.
# 17: Backstreets (da "Born to run"). Uno dei cavalli di battaglia dei suoi concerti. La E Street Band vi si scatena ed in modo particolare si esalta Roy Bittan al piano. Ogni volta mi chiedo come faccia a continuare a cantare come se niente fosse voce dopo l'energia e la voce che mette in questo pezzo.
# 16: Because the night (da "Live 1975-85"). Era tra le canzoni in ballo per "Darkness on the edge of town" ma alla fine fu esclusa e così se la prese Patti Smith che stava registrando "Easter"nello studio accanto. Ne venne un successo tale che alla fine il Boss la suona spesso esattamente con lo stesso arrangiamento di Patti Smith.
# 15: The River (da "The River"). La canzone più autobiografica, in cui ricordi di gioventù e luoghi cari vengono cantati con l'anima. Fu suonata per la prima volta al concerto No Nukes del 1979 ed ora è uno dei tanti brani che mandano in visibilio i fans.

Domani altri 5....

venerdì 25 settembre 2009

Ian Hunter - Man Overboard

Ian Hunter è il vero e definitivo rock&roll loser. Manca il grande successo da quarant'anni, nonostante sia stato parte prima di quella band britannica di culto dal nome di Mott The Hoople (un unico successo: All The Young Dudes scritto appositamente da David Bowie) e nonostante poi con la produzione solista sia riuscito a fondere il songwriting di Bob Dylan con il rock & roll dei Rolling Stones e con il brit glam dei seventies. Negli ultimi vent'anni ha tenuto un basso profilo con un pugno di lavori meno sofisticati a cui non sono mai mancate splendide ballate: l'ultimo Shrunken Heads del 2007 mi era piaciuto non poco e Man Overboard di quest'anno fa capire fin dalla copertina che Ian ha raccolto le forze per la zampata del vecchio leone. Ma non poteva comunque lasciar sospettare un tale gioiello. Tra i brani migliori, da segnalare "Man Overboard", una ballata robusta che si apre con un'armonica dilaniana, "Arms And Legs", giocata su quella voce roca che fa di Hunter un fuoriclasse, "River Of Tears", una canzone con echi di Bob Seger, Graham Parker e Bruce Springsteen.
VOTO: ★★★★ (ottimo)

Bruce Springsteen 9/16/09 Greenville SC "I Cant Get No Satisfaction" (first time ever)

Non vi sembra quasi che l'abbia scritta lui?

mercoledì 23 settembre 2009


Questo post solo per non dimenticare che oggi compie 60 anni uno dei più grandi se non il più grande rocker di tutti i tempi: IL BOSS!!!!
Per chi non ci crede avendo frequentato i suoi concerti e notato quindi l'energia che il suddetto ancora possiede pongo in visione copia del certificato di nascita originale.



venerdì 18 settembre 2009

I migliori album Britpop

Oggi mi gira di fare una classifica. I migliori album di Britpop di sempre. Chiedo i vostri pareri (MarieHelen batti un colpo...).

n. 1: DIFFERENT CLASS - PULP
n. 2: PARKLIFE - BLUR
n. 3: WHAT'S THE STORY... - OASIS
n. 4: ABSOLUTION - MUSE
n. 5: MANIC STREET PREACHERS - THIS IS MY TRUTH...

martedì 15 settembre 2009

Sara Lov - Seasoned eyes were beaming

Ultimamente sto ascoltando sempre più cantautrici di ottimo livello. Sara Lov, nativa delle isole Hawaii è la voce solista dei Devics, gruppo di nicchia di acoustic-folk. In questo suo primo disco solista, pur aiutata dal fido compagno dei Devics, Dustin O'Halloran, SL ci propone un lavoro evocativo e vagamente malinconico con alcune gemme quali la bellissima "Animals" in duetto con Alex Church dei Sea Wolf, "New York" o la più gettonata "Fountain" e la cover di "Old friends" di Simon & Garfunkel. Sullo sfondo rimane sempre una impronta indie pop impreziosita da una voce incantevole: chi l'ha vista dal vivo a Milano nel maggio scorso racconta di un "concerto intimo ed elegante". Insomma un disco da ricordare e da ascoltare in quest'ultimo scorcio d'estate.
VOTO ☆☆☆☆ (ottimo)

martedì 8 settembre 2009

lunedì 7 settembre 2009

Tori Amos - Abnormally attracted to sin

Avevo appena parlato di Regina Spektor ed ecco la sua anima gemella: Tori Amos ultimamente si è data ai concept album e tutto ciò ha forse dato fastidio ai molti che la amavano per quella della sperimentazione tout court dei primi album (dal 1992 ql 98). In effetti tra gli ultimi lavori non è che ci fossero dei gran capolavori. Quest'ultimo è invece, a mio parere, ben riuscito: nella sua diversità di generi si va dal triphop stile Portishead al folkrock stile Joni Mitchell o Kate Bush, salendo verso atmosfere soft jazz. Magari due-tre pezzi avrebbero potuto starne fuori, anche per non esagerare troppo con la durata del disco (17 brani per più di 70 minuti), ma complessivamente si tratta di un lavoro molto piacevole e utile a chi vuole godersi la raffinata versatilità di Tori Amos. Da ascoltare "Not Dying today", "Welcome to England" e "Lady in Blue".
VOTO ☆☆☆ 1/2 (molto bello)

giovedì 3 settembre 2009

Mike Farris and The Roseland Rhythm Revue - Good News - Live from Antones August 7th 2009

Quando l'ho sentita sono saltato sulla sedia. Mamma mia, mai sentito un mix di gospel, funk e blues così scatenato! Qualcuno lo porti in Italia! Grandissimo Mike Farris!!!

domenica 30 agosto 2009

Gary Go - Wonderful

Scoperta per caso su iTunes. Il pezzo non è male: orecchiabile e pop. Il particolare è che ha utilizzato l'iPhone per fare la demo di questo pezzo e del resto dell'album. Anzi sembra che abbia usato l'iphone per sostituire l'intera band di supporto. Questo sì che è un grande!

Ultime sui Genesis


Notizia per tutti i patiti dei Genesis. Il 14 settembre uscirà nuovo cofanetto contenente le rimasterizzazioni di tutti i dischi live ufficiali + l'inedito Live at the Rainbow 1973 per un totale di 8 cd + 3 dvd. Tra i dischi contenuti nel cofanetto "Live" è stato aggiunto di 5 brani inediti registrati a Los Angeles allo Shrine Auditorium il 24 gennaio 1975.
Ad ottobre, non meno interessante, la rimasterizzazione dello splendido "A curious feeling" di Toni Banks anche in versione surround 5+1.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI Set - Ott 2024

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