lunedì 11 aprile 2011

THE STROKES (2011) Angles

I cinque anni intercorsi dal terzo album ad oggi, dopo lo splendido esordio di Is This It nel 2001, non sono trascorsi invano: né all’interno della band (ogni singolo membro ha prodotto lavori in proprio, più o meno apprezzabili ma comunque prescindibili, con un apprezzamento superiore all’album del cantante Julian Casablancas), né all’esterno, con l’esplosione del revivalismo eighties. Perché in effetti è dalle esperienze differenti dei membri della band, con il collante dei suoni sintetici neo-wave (alla MGMT/Crystal Castles, vedi Taken For A Fool o Games), che nasce Angles, con un’impronta che già aveva marchiato l’esordio solista di Casablancas. Tuttavia, in un disco che ha la virtù migliore nella varietà di ispirazione, il meglio viene prodotto col punk-funk alla Franz Ferdinand screziato Talking Heads/Police delle iniziali Machu Picchu ed Under Cover of Darkness, ma in Gratisfaction si citano perfino i primi Queen. Strumentalmente il quintetto è sempre ineccepibile, con sezione ritmica al solito metronomica e stacchi di chitarra concisi ed ispirati, e la voce riconoscibilissima. La ricerca di nuove strade è appena accennata, ma la classe non è acqua. Preferite: Machu Picchu, Under Cover of Darkness, Taken For A Fool Voto Microby: 7.4/10

2 commenti:

lucaf ha detto...

A mio parere un disco interessante anche se un pò discontinuo: effettivamente le prime due tracce che citi mi sembrano notevoli. Un pò meno altre cose. Tempi duri per il Garage-Rock: gli White Stripes si sono sciolti, i Vines si sono appassiti, gli Strokes forse faticano a mantenere la loro identità... Il mio voto non va oltre le 3 stelle.

microby ha detto...

Acc, non sapevo che i WS si fossero sciolti. Mi spiace molto, anche se ho sempre sperato che Jack si liberasse di Meg (non sono un musicista, però non mi è mai piaciuto il suo modo grezzo ed elementare di percuotere i tamburi e soprattutto l'abuso dei piatti; mi sembra proprio tecnicamente limitata, o sbaglio?).
D'accordo con te Luca sui Vines (erano partiti così bene... Idem i loro conterranei Jet...).
Ah, concerto ROBYN HITCHCOCK a Dalmine il 15/4: bello ma non imperdibile, in duo acustico (con violoncellista), ha percorso la sua carriera in 2 ore + covers di Beatles e Nick Drake. Preceduto per 30' dai bergamaschi Rusties (dalle parti del Neil Young acustico). RH sul palco è molto simpatico, con un italiano limitato ma goffo e comunicativo. Alla fine questo stangone (185-190 cm) ha rifiutato (in modo tranqui) di fare foto con i fans perchè pare abbia recentemente avuto problemi con una ragazza... (Azz, hanno cominciato con la mela...). Ha invece simpaticamente non solo concesso autografi, ma anche disegnato vignette sui numerosi LP che gli venivano sottoposti.
Last but not least: l'organizzazione ha comunicato che per l'estate porterà nella bergamasca gente tipo Richard Thompson, Graham Parker, Bruce Cockburn... Sarò più dettagliato sul blog non appena avrò notizie fresche. Ciao!

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